Le reazioni dei presidenti dei partiti ticinesi, dopo la scelta del PLRT di candidare solo Ignazio Cassis in vista della successione a Didier Burkhalter a Palazzo federale, non si sono fatte attendere. E non sono certo all'insegna dell'ottimismo.
Fiorenzo Dadò, presidente del Partito popolare democratico ticinese, sostiene che "avremmo visto di buon occhio una doppia candidatura con la presenza del consigliere di Stato Christian Vitta. Quest'ultimo ha infatti dimostrato il suo valore politico negli anni. Presentare un solo candidato, inoltre, potrebbe essere vista, dai deputati che dovranno votare il successore di Didier Burkhalter, come un'imposizione".
"Come ticinesi se avevamo il 50% di possibilità di farcela ad avere un consigliere federale, con la candidatura unica di Cassis le chance scendono al 25%", sostiene il coordinatore della Lega dei Ticinesi Attilio Bignasca. E prosegue: "Si deve inoltre puntualizzare che la sinistra non lo voterà perché troppo vicino alle lobby delle casse malati e la destra non si è dimenticata che è stato uno degli artefici dell'uscita da Palazzo federale di Blocher".
Il presidente del Partito socialista Igor Righini pensa che ormai "il PLRT ha fatto la sua scelta. Ora si deve capire se Cassis ha i numeri per poter essere eletto. Le criticità oltre San Gottardo sono molteplici: i politici sembrano spaccati sulla sua persona, sia il centro sia la sinistra non hanno "apprezzato" le scelte fatte da lui in passato e inoltre rimane anche l'incognita UDC. Insomma, adesso si aprono le danze dei contatti tra partiti".
"La scelta di candidare una sola persona la trovo intelligente perché così non si disperdono i voti – sostiene Piero Marchesi, presidente dell'UDC ticinese –. Adesso Cassis dovrà però superare molti scogli soprattuto in casa democentrista: dalle questioni relative alla sovranità della Svizzera a quelle che toccano l'Unione Europea".
Le parole dei presidenti sono in linea con il pensiero dei rappresentanti dei partiti ticinesi che siedono in Consiglio degli Stati e Nazionale. Tra i membri della deputazione raggiunti dalla RSI (ascolta l'audio qui sotto) predomina ancora l'attendismo. Nessuno ha voluto sbilanciarsi troppo e nessuno mette la mano sul fuoco sulla compatezza del sostegno.
MABO