Ticino e Grigioni

"Ciò che parte, non torna più"

In Onsernone la chiusura della scuola media di Russo solleva dispiacere tra studenti e popolazione

  • 28 marzo 2016, 09:36
  • 7 giugno 2023, 18:05
04:01

Gli ultimi alunni della scuola media di Russo - Lino Bini

RSI Info 28.03.2016, 09:30

"Ciò che parte difficilmente ritorna; senza scuola la valle è morta e sarà sempre meno attrattiva per giovani famiglie". Due pensieri, questi, che sono dominanti tra la popolazione dell’Onsernone, a poche settimane dalla decisione del Consiglio di Stato ticinese di chiudere la sede delle medie di Russo per carenza di alunni.

Sono dispiaciuto perché oramai stiamo diventando una realtà di soli vecchi”, commenta ai nostri microfoni Olimpio, mentre di buon ora si sta recando a comprare il pane nell’unica piccola bottega del villaggio di Russo. Poco dopo, sulla strada principale, incontriamo Corradino che con un po’ di amarezza confessa: “senza scuola, senza bambini… non abbiamo più nulla”. Non tutti, però, sono critici. Luigi, che ha appena accompagnato il nipote a lezione, si dice contento della decisione del Governo poiché: “Sono solo sette ragazzi… Meglio che vadano a Losone, dove possono confrontarsi con altri studenti e stringere nuove amicizie”.

Il villaggio di Russo, Valle Onsernone

Il villaggio di Russo, Valle Onsernone

  • ©Ti-Press

Anche tra i ragazzi delle medie di Russo, che ci hanno ospitato per un’oretta nella loro classe, il sentimento che prevale è quello dell’amarezza. Tutti, però, sono consapevoli della fortuna che hanno avuto in questi anni di poter frequentare la scuola a due passi da casa, senza dover affrontare lunghe trasferte quotidiane.

La sede scolastica

La sede scolastica

  • ©Ti-Press

Ho lottato molto in passato affinché riuscissimo a mantenere alcuni servizi base in Onsernone, e questo sarebbe stato possibile se solo nel 1979 la proposta di aggregare l’intera valle non fosse stata respinta per un solo voto”, ci confessa amareggiato Ivo Poncioni, già sindaco di Crana e promotore all'epoca della fusione di tutti i comuni, che in merito aggiunge: “Il mio auspicio è che in futuro possano esservi nuove famiglie che decidano di trasferirsi e di vivere qui e con loro un numero tale di bambini che obblighino le autorità a rivedere questa decisione…Anche se credo che questo mio pensiero rimarrà un sogno”.

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