Risparmiare 2,5 milioni di franchi all'anno, razionalizzando le spese nel campo delle cure a domicilio o introducendo una partecipazione ai costi degli utenti dei servizi: questa una delle misure approvate dal Gran Consiglio ticinese nell'ambito della manovra di risanamento dei conti cantonali sulla quale i cittadini saranno chiamati a esprimersi il 12 febbraio in seguito a un referendum promosso da VPOD e PS.
Il contenimento della spesa, a carico di cantone (20%) e comuni (80%), nelle intenzioni di Governo e Parlamento, dovrebbe essere realizzato tramite una razionalizzazione e ottimizzazione dei processi da parte dei Servizi di assistenza e cura a domicilio (SACD), in particolare in ambito burocratico, che non avrebbero un impatto sul servizio fornito. Se l'obiettivo, condiviso dai SACD, non dovesse essere raggiunto entro il 2019, sarebbe allora introdotta una partecipazione dell’utente ai costi delle prestazioni.
Una misura negativa per utenti e servizio, secondo i referendisti
Il risparmio, secondo i promotori del referendum, metterebbe invece sotto pressione la qualità del servizio e le condizioni di lavoro nel settore, mentre una partecipazione ai costi degli utenti risulterebbe controproducente, spingendo le persone in difficoltà economiche verso un ricovero in ospedale o casa anziani.
sf