Il Dipartimento delle istituzioni ha scritto negli scorsi giorni a tutti i comuni del Ticino, invitandoli a rifiutare le manifestazioni su suolo pubblico della distribuzione del Corano, la cosiddetta “Dawa street”.
La decisione si basa sulla conclusione raggiunta dalla Conferenza delle direttrici e dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia, secondo cui la campagna “Lies!” è anticostituzionale. La CDDGP ha emanato un’informativa fondata su un approfondimento del Servizio delle attività informative della Confederazione in base al quale queste campagne sono accostate ad azioni di radicalizzazione e reclutamento jihadista.
Già il governo di Zurigo si era detto contrario alla distribuzione del Corano nelle strade. Invece il Consiglio federale il 7 settembre scorso ha sostenuto che non ci sono i margini di manovra a livello giuridico per vietare queste manifestazioni. La competenza del divieto però rimane ai comuni. “Tocca a Municipi e comuni vigilare – ci spiega il direttore del Dipartimento delle Istituzioni Norman Gobbi – in questo caso vogliamo dare gli strumenti giuridico per emanare decisioni conformi. Così vogliamo evitare lo scontro tra Città e Cantone andato in scena a Zurigo”.
A livello federale, il Consiglio Nazionale ha accettato il 21 settembre scorso una mozione del consigliere nazionale Walter Wobmann (UDC/SO) che vuole mettere al bando “Lies!” su suolo elvetico. Ora la palla passa agli Stati.
Mattia Pacella