"Se l'afflusso di migranti proseguirà a questo ritmo, dovremo chiudere provvisoriamente la frontiera. Solo così potremo esercitare una pressione sui paesi che non fanno il loro dovere": è questa la posizione espressa sulle pagine della NZZ am Sonntag dal presidente del Governo ticinese, Norman Gobbi. Il riferimento è all'Italia, che da mesi rinuncia a registrare scrupolosamente i richiedenti, come previsto dall'accordo di Dublino, e alla Francia, che ha di fatto reso impermeabile il confine di Ventimiglia.
Stando alle informazioni del domenicale, il corpo delle guardie di confine ferma quotidianamente in Ticino 60-70 persone per soggiorno illegale, una settimana fa erano ancora 120-130. In maggioranza sono eritrei, somali e nigeriani. L'85% chiede asilo.
Dall'inizio dell'anno, come confermato da una portavoce, sono 1'900 le persone rispedite in Italia sulla base di un accordo del 1998. Di queste, 490 nella prima metà di giugno.
La risposta del PLR
Indirettamente al ministro ticinese, ma pure all'UDC che ha chiesto il presidio dei confini se necessario con l'esercito nel caso in cui la sua proposta di moratoria all'asilo venisse approvato, ha risposto il presidente del PLR Philipp Müller convinto che il concetto di diritto di rifugiato ancora applicato sia superato. Il consigliere nazionale argoviese sempre alla NZZ am Sonntag propone invece uno "smistamento" preventivo dei richiedenti l'asilo, meglio se in centri fuori dall'Europa.
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