“I sindacati ci hanno chiesto se eravamo interessati a valutare un potenziamento dei collegamenti da e per l’Italia; abbiamo dato la nostra disponibilità ma, fino ad oggi, non c’è stato alcun incontro con le parti in causa e, soprattutto, non ci è stato presentato alcun progetto concreto, per spostare il traffico dei frontalieri dalla strada alla ferrovia”. Con queste parole il direttore delle Ferrovie autolinee regionali ticinesi “frena” su una possibile nuova offerta del servizio sulla Centovallina.
“Ricordo che già oggi abbiamo un treno che parte da Domodossola alle 5.30 e che arriva a Locarno alle 7.20, in grado di trasportare un centinaio di persone”, sottolinea Mauro Caronno ai microfoni della RSI ribadendo: ”il convoglio c’è ma viaggia sempre quasi vuoto, visto e considerato che sono solo una decina le persone che lo usano quotidianamente”.
Per il direttore delle FART, comunque aperto al confronto e al dialogo, “prima di dare vita a nuove iniziative, sarebbe il caso di valutare le attuali offerte”. Il progetto ventilato dalla stampa in questi giorni, di un eventuale potenziamento dell’offerta dei collegamenti ferroviari tra l’Italia e la Svizzera, sembra non avere tutte le premesse giuste, seppur considerato da più parti come il possibile “uovo di colombo”, per diminuire il traffico viario del migliaio di frontalieri che quotidianamente giungono nel Locarnese dal Verbano-Cusio Ossola.
Lino Bini