"Mercante di luce, spacciatore di lenti per improvvisare occhi contenti", canta De André - ispirato dalle parole del poeta Edgar Lee Masters - riferendosi agli ottici. Andrea Bolfo, Andrea Cilli e Bruno Bolfo non sono ottici, ma il campo dell’oftalmologia li riguarda da vicino. Due fratelli e un amico, tre giovani che nel 2013 hanno dato vita a un marchio di occhiali da sole in perfetto stile green. Le montature Sunboo, questo il nome del brand, sono in legno di bambù e le lenti sono realizzate con materiali organici.
I tre soci fondatori
Cosa spinge dei ragazzi freschi di studi universitari a concepire un prodotto che sia perfettamente ecosostenibile? - "Eravamo in un bar di Milano, un po’ alticci, a goderci i primi aperitivi estivi", racconta Andrea Bolfo, "e il mio socio mi ha parlato di un suo conoscente che produceva dei
longboard in bambù". "L’idea mi ha subito affascinato", prosegue Andrea, "ma ero convinto che avrebbe funzionato ancora meglio se applicata ad un oggetto più commerciale come, appunto, gli occhiali da sole". La scelta dei giovani imprenditori si è rivelata vincente perché il bambù è un legno estremamente versatile che, crescendo in aree molto umide della Cina, assorbe e rilascia grandi quantitativi d’acqua, permettendo così di ottenere un prodotto finale leggero e flessibile. "L’impatto ambientale della produzione è pressoché nullo", spiega Andrea, "perché è una materia prima facilmente reperibile, caratterizzata da un ciclo riproduttivo molto breve": le canne crescono infatti di circa un metro e mezzo al mese.
Quello della moda ecosolidale è un settore di tendenza, sviluppatosi negli ultimi anni, che per Andrea è però ancora molto indietro: "il rapporto tra stile e ecologia è zero; d’accordo oggi si vendono molti prodotti biologici, ma il mondo della moda si è sensibilizzato in ritardo. I capi d’abbigliamento che rispettano i dettami dell’ecosostenibilità, penso ad es. alle magliette in cotone di canapa, non prestano in genere alcuna attenzione allo stile". La vera innovazione del progetto consiste quindi nell’unire design e sostenibilità.
La produzione - Gli occhiali vengono prodotti nella vicina penisola, a Milano, mentre la sede amministrativa è a Lugano, dove vivono i tre fondatori. "L’Italia è stata il nostro trampolino di lancio; è la vera patria della moda" spiega Andrea. A proposito della scelta di lavorare assieme al fratello e a un amico non ha dubbi: "Abbiamo creato un team veramente perfetto, perché le aree di competenza sono divise in maniera netta e ognuno ha fiducia nell’operato dell’altro".
Sunboo in cifre
Oggi gli occhiali Sunboo sono venduti in diverse parti del mondo e riscuotono un notevole successo, ma le difficoltà iniziali legate a un progetto del genere sono tante, ammette Andrea. Gli aspetti legati alla struttura aziendale rappresentano il problema più grande: "stiamo gestendo in tre un’attività che richiederebbe almeno sei persone, ma siamo consapevoli che la battaglia che uno
startupper deve saper affrontare è quella di sapersela cavare con le risorse a disposizione".
Il consiglio di Andrea a chi desiderasse lanciarsi in un’avventura simile è di non mollare di fronte alle prime, inevitabili, difficoltà. "All’inizio bisogna dare il 200%; noi abbiamo rinunciato a diverse vacanze e nei weekend ci toccava lavorare". Bisogna insomma impegnarsi incondizionatamente, perché la soddisfazione futura può essere davvero grande: "oggi incontrare per strada una persona che indossa i nostri occhiali mi ripaga di tutti gli sforzi fatti", conclude Andrea.
Anticipazioni - A breve verrà lanciata sul mercato una nuova tipologia di occhiale, sempre interamente composto da materiali organici, ma non più in bambù. Per quanto concerne il futuro meno prossimo, l’intenzione dei tre giovani soci è di ampliare la gamma di prodotti Sunboo, aggiungendo agli occhiali da sole altri capi d’abbigliamento.
Camilla Luzzani