Ticino e Grigioni

La 'ndrangheta insubrica

Operazione anti mafia: tra i 38 arrestati anche un residente in Ticino. Estorsioni anche in Svizzera

  • 18 novembre 2014, 13:16
  • 7 giugno 2023, 01:16
Carabinieri in piena attività

Carabinieri in piena attività

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La procura distrettuale antimafia di Milano martedì mattina ha portato un altro colpo alle cosche malavitose operanti in Lombardia, a due passi dal confine ticinese. All'alba i carabinieri sono entrati in azione nelle province di Milano, Como, Lecco, Monza-Brianza, Verona, Bergamo e Caltanissetta per arrestare 38 persone a vario titolo indagate per associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi.

Al centro dell'operazione, denominata "Insubria", ci sono tre gruppi della 'ndrangheta radicati due nel Comasco (Fino Mornasco e Cermenate) e uno nel Lecchese (Calolziocorte), con diffuse infiltrazioni nel tessuto locale e saldi collegamenti con le cosche calabresi di origine.

Legami con la Svizzera

Fra i reati contestati agli arrestati figurano l’associazione di tipo mafioso ed altri delitti quali detenzione, porto abusivo e vendita di armi clandestine, nonché estorsione e tentata estorsione commesse in Italia ma anche in Svizzera. Agli arresti domiciliari è finito anche un imprenditore di nazionalità italiana che attualmente abita in Ticino. Fino a non molto tempo fa risiedeva in Mesolcina dove era attivo nel settore delle costruzioni metalliche. È accusato di tentata estorsione ai danni di un avvocato di Como al quale aveva chiesto 250'000 franchi.

Diem/ANSA

Filmata cerimonia di affiliazione alla 'ndrangheta

Per la prima volta nella storia della criminalità organizzata sono stati anche documentati i rituali mafiosi per il conferimento delle cariche interne e le modalità di affiliazione, come la cerimonia di conferimento della Santa (il grado più alto) raccontata in precedenza solo dai pentiti. Chi riceve la carica della Santa, in caso di errore o tradimento è costretto ad avvelenarsi o a spararsi. Il giuramento avviene infatti davanti a un'arma o a una "pastiglia". "Quanti colpi ha in canna, ne dovete riservare sempre uno!", spiegano gli intercettati, altrimenti c'è sempre "una pastiglia di cianuro" oppure "vi dovete buttare dalla montagna". L'indagine conferma il tramandarsi, di padre in figlio, delle regole di comportamento mafioso. Sono risultati numerosi i casi di giovanissimi (tra cui un minorenne), figli o nipoti di ‘ndranghetisti, affiliati.

Dal TG20

18.11.2014: Vasta operazione antimafia tra Italia e Svizzera

18.11.2014: 'Ndrangheta, le riprese dei riti

01:16

RG 12.30 del 18/11/14: la corrispondenza di Riccardo Braga

RSI Info 18.11.2014, 13:41

01:42

CSI 18.00 del 18/11/2014: il servizio di Darco Degrussa

RSI Info 18.11.2014, 19:10

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