Giornate autogestite – il 16 e 17 marzo scorsi – alla Scuola cantonale di commercio (SCC) di Bellinzona. Una lettera inviata da uno studente – Muhamet Gubetini – che denuncia di aver visto un film estremamente violento ("A Serbian film") nell’ambito delle attività promosse dagli studenti e concordate con la scuola, ha creato un "quasi caso mediatico". Abbiamo perciò interpellato il direttore della scuola, Adriano Agustoni.
Direttore Agustoni, lei ha avuto altre proteste o segnalazioni nelle tre settimane trascorse dalla proiezione del film?
"A parte la lettera di cui sono venuto a conoscenza con mia enorme sorpresa in mattinata", evidenzia il professore di Vacallo, "non abbiamo avuto nessun altro riscontro negativo a tre settimane dalla fine della manifestazione, nessuna lamentela in merito alle tante attività realizzate e, piuttosto, i ragazzi si sono dimostrati molto professionali, risistemando e pulendo le aule alla perfezione e partecipando con costanza e in buon numero ai singoli eventi. Per questo non credo che si debba "buttar via il bambino con l’acqua sporca", giacché l’autogestione è andata bene e parlando con gli allievi la soddisfazione era concreta. Rilanciata dopo alcuni anni d’assenza, la dinamica delle giornate autogestite è da considerare favorevolmente, anche grazie all’impegno del gruppo di studenti che ha voluto e saputo ridare vita a quest’insieme di attività autonome.
Come fa un giovane a scegliere cosa seguire? E quali sono le attività proposte?
"Le attività portate avanti durante l’autogestione sono sottoposte alla direzione con largo anticipo e già in questo frangente si compie una prima verifica. “Le tematiche sono tanto ampie quanto diverse tra loro e nell’elenco figurano temi che variano dalla visita a Palazzo delle Orsoline al pronto soccorso, piuttosto che una simulazione di una puntata di “Linea rossa” della RSI, un’analisi della psicologia del profondo attuata coinvolgendo uno psichiatra, la storia dell’autogestione (facendo raccontare ciò che si faceva da ex allievi), le problematiche alimentari delle modelle, la riforma del programma scolastico, il problema curdo, la vita del regista Luc Besson, l’utilità reale del vaccino antipolio e molto altro ancora".
Ma come si può evitare che sia diffuso un film del genere?
"Gli argomenti definiti nelle attività non sono certo proibiti o scabrosi e perciò può quindi esser presente un pubblico formato anche da giovani under 18. Le varie attività sono verificate per contenuti e obiettività, rese pubbliche all’interno della scuola affinché gli studenti possano iscriversi e, una volta raggiunto un numero sufficiente di adesioni, l’attività può essere portata avanti e organizzata". Inoltre, le giornate di autogestione sono preparate con colloqui ripetuti tra studenti e docenti, analisi dei programmi di ogni singola attività e valutazione dei temi scelti. In merito al film in questione, non era inserito in nessuna attività.
In ambito di autogestione, un allievo può pure rimanere a casa?
"I ragazzi sapevano che non si poteva stare a casa poiché l’autogestione non è vacanza, tutti hanno dimostrato grande interesse per i numerosi argomenti trattati e il fatto che ci fossero docenti implicati attivamente e in accordo con le classi ha coinvolto a fondo i 1'230 studenti, che hanno fornito agli insegnanti gli elenchi dei presenti".
Si tratta quindi di un’esperienza positiva, derivante da una buona idea ben sviluppata da allievi e docenti. Un’idea che per Agustoni "si rifarà, fermo restando che si faranno controlli ancor più mirati su quanto si intende proporre all'interno delle attività".
Red. MM/EnCa