Un intero filare di imponenti ippocastani abbattuti lungo l’argine del Cassarate a Lugano-Viganello. Ventiquattro per l’esattezza. Tagliati poco dopo Natale, spiega il Municipio, poiché malati e pericolanti.
L’anno scorso una situazione analoga in Viale Cassarate, dove la città aveva in mente di tagliare un doppio filare per piantare dei ginko e lasciare spazio ad una pista ciclabile. Una decisione poi rivista per motivi legati al piano regolatore e la tutela dei beni culturali, anche se una decina di piante sono state rimosse poiché ritenute malate e a rischio caduta da una perizia indipendente. Nel caso di Castagnola così come in quello di Viganello le critiche, politiche e da parte della popolazione, non si sono fatte attendere.
Gli ippocastani di Viale Cassarate
"Lugano non taglia gli alberi a cuor leggero", chiosa tuttavia il municipale
Michele Bertini, che da Cristina Zanini-Barzaghi ha ereditato la competenza sul verde pubblico dopo il rimpasto dei dicasteri dello scorso dicembre: "A Viganello, così come a Castagnola i tagli sono stati eseguiti per garantire sicurezza: erano alberi malati che rischiavano di cadere. Lo dicono i nostri competenti funzionari e per fugare ogni dubbio abbiamo commissionato più di una perizia indipendente e tutte sono giunte alle stesse conclusioni".
“Gli strumenti per tutelare gli alberi secolari ci sarebbero, ma non possono essere sempre applicati”, ci spiega Nicola Schoenenberger, consigliere comunale, biologo specializzato in botanica e consulente indipendente.
Schoenenberger si riferisce innanzitutto al regolamento di applicazione sulla protezione della natura, che stabilisce gli animali e le specie protette. Il lupo o le orchidee per esempio, ma non gli ippocastani. Oppure la possibilità per ogni comune di stilare un inventario delle piante da preservare. Una lista di cui Lugano, per ora, non si è dotata.
Viale Cassarate senza gli alberi
RSI Info 14.01.2016, 17:07
Vi è infine l’aspetto della tutela del patrimonio culturale: il progetto di rinnovo di Viale Cassarate, per esempio, è stato accantonato poiché l’intero viale, di architettura ottocentesca, era iscritto nel piano regolatore come bene localmente protetto, ippocastani compresi.
Bertini, tuttavia, ci tiene a precisare: “Ogni volta che tagliamo, ripiantiamo più alberi di quelli abbattuti”. Un affermazione suffragata dalle cifre: nel 2015 il saldo tra rimozioni e piantagioni è stato positivo di 54 esemplari.
Secondo le stime, a Lugano sono presenti 20-30'000 alberi pubblici. Il Municipio ha recentemente approvato un credito di 150'000 franchi che dovrà essere avallato dal Legislativo comunale, per terminare il lavoro di analisi delle alberature al Parco Ciani, estendere le verifiche ad altri contesti, procedere con ulteriori tagli e sostituzioni e, soprattutto, creare un catasto del verde pubblico. Uno strumento per la gestione del patrimonio e per mettere in rete e rendere disponibili al pubblico alcune informazioni sulle alberature cittadine.
Idee, domande, ricordi lungo il Cassarate, dove sorgevano gli ippocastani.
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