L’introduzione dell’albo degli artigiani in Ticino “non è una legge discriminatoria; è una legge fatta per regolamentare”. Ad affermarlo non è un piccolo imprenditore ticinese contento della tutela offertagli dal 1. febbraio. Ma il presidente della regione Lombardia Roberto Maroni. Al termine dell’incontro avuto martedì a Milano con il presidente del Governo ticinese Norman Gobbi, ha espresso una valutazione che contrasta decisamente con l’opinione corrente oltre confine. Anche il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni di recente ha ritenuto l’obbligo di affiliazione all’albo discriminatorio nei confronti delle aziende italiane e lesivo della libera circolazione.
“La legge non viola gli accordi di libera circolazione. Le procedure a cui un ditta elvetica deve adempiere per operare in Italia sono molto più complicate e penalizzanti” gli ha fatto eco Norman Gobbi. La norma serve a tutelare un’economia locale confrontata con una pressione sui prezzi e per combattere l’economia sommersa e chi non paga l’IVA e non rispetta gli obblighi salariali, ha aggiunto il campo del Dipartimento delle istituzioni che a Milano ha ritrovato il feeling con Roberto Maroni.
Ora, chiarito che la nuova legge sulle imprese artigianali non è contestabile nei suoi principi, per Roberto Maroni si tratta di trovare il modo di permettere alle imprese lombarde di far fronte alla novità nel migliore dei modi. Le trattative si svolgeranno nell’ambito della Regio Insubrica.
Il primo incontro ufficiale tra Ticino e Lombardia è stata l’occasione per affrontare tutta una serie di temi a carattere transfrontaliero (dalle infrastrutture alla macroregione alpina, passando per la cultura al nuovo assetto della Regio) e alcune altre questioni spinose: l'accordo italo-svizzero sulla doppia imposizione che comporterà un aumento della pressione fiscale per i lavoratori frontalieri. "È una questione in divenire" si è limitato ad osservare Roberto Maroni. Per quanto riguarda i lavoratori lombardi che quotidianamente varcano il confine, in generale ha aggiunto: "I frontalieri sono una risorsa per il Ticino. Il cantone deve tutelarli maggiormente, senza di loro l'economia si ferma".
Diem/ludoC/tvsvizzera.it
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