Sono oltre 120 i profughi che da due giorni sono bloccati alla stazione di Como, dopo essere stati respinti dal Ticino. La situazione è tesa. E non mancano le reazioni politiche.
"Cosa dicevano Renzi e Alfano un paio di mesi fa? Che non correvamo il rischio di essere invasi? In un certo senso avrebbero quasi ragione, sul rischio, perché effettivamente non stiamo rischiando un'invasione semplicemente perché l'invasione è già avvenuta. La situazione è completamente sfuggita di mano al Governo e alle istituzioni". Lo afferma Roberto Calderoli, della Lega Nord.
"La polizia svizzera alla frontiera ha respinto centinaia di immigrati privi di documenti rispedendoli a Como che adesso è al collasso, a Milano va persino peggio, con la rivolta di stamattina nel centro di identificazione ed espulsione di Milano e la vergogna dell'accampamento a cielo aperto alla stazione centrale, che è diventata la nuova Calais, con centinaia di persone che si lavano e espletano i loro bisogni sui marciapiedi o sulle panchine della stazione davanti ai viaggiatori spaventati", conclude il vice presidente del senato italiano.
ats/mm/joe.p.
In viaggio lungo l’autostrada
In radio si sento a volte annunci di persone che cammina lungo l’autostrada: si tratta spesso di profughi in viaggio, che attraversano strade e ferrovia. I dettagli nel servizio delle Cronache della Svizzera italiana.
La testimonianza
Sono per la maggior parte eritrei le persone che entrano in Svizzera illegalmente: fuggono da un paese autoritario che ingabbia i propri cittadini. La testimonianza di un profugo arrivato in Ticino nel 2007