Ticino e Grigioni

Nega di aver ucciso la maestra

Ammette solo l’occultamento del cadavere il cognato di Nadia Arcudi, la 35enne di Stabio uccisa venerdì sera

  • 19 ottobre 2016, 20:00
  • 26 giugno 2023, 11:55
L'abitazione del collaboratore informatico alla SUPSI

L'abitazione del collaboratore informatico alla SUPSI

  • Tipress

L’unico indiziato per la morte di Nadia Arcudi è il cognato della vittima. La notizia del fermo è stata data mercoledì mattina nel corso di una conferenza congiunta di polizia cantonale ticinese e carabinieri di Como (puoi rivedere il video qui ). L’uomo, 42 anni, accusato di omicidio intenzionale e occultamento di cadavere, ha ammesso parzialmente i fatti, ossia solo l’occultamento.

Ha nascosto il corpo per non ferire i familiari

Il collaboratore informatico alla SUPSI avrebbe affermato di aver trovato la maestra 35enne morta nella casa di Stabio, dove viveva con la madre, venerdì nel tardo pomeriggio e di aver poi trasportato il corpo senza vita della donna a Rodero, per non ferire i familiari. Quella stessa sera, secondo nostre informazioni, si sarebbe presentato a una cena con i parenti, moglie e suocera, in un ristorante oltreconfine. Sabato, sempre secondo nostre informazioni, l’uomo sarebbe tornato a Rodero - dove aveva portato il cadavere della maestra – per gettare il sacchetto che le aveva messo in testa e il tappeto nel quale l’aveva avvolta per trasportarla. Lunedì si sarebbe poi recato in Sicilia per il funerale di una sua parente. Al suo rientro, i suoi spostamenti erano tenuti sotto controllo dai carabinieri, è stato fermato. Quando è stato arrestato avrebbe avuto con sé effetti personali della vittima. Non si conosce ancora il movente del delitto.

Il mistero dell'email

Ad incastrare l'informatico sarebbe stata soprattutto un'e-mail a nome di Nadia Arcudi, inviata dopo il delitto ai familiari per giustificare la sua assenza.

CSI/Quotidiano-AlesS

Dal TG20.00:

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