Il presidente della Fondazione dell'Orchestra della Svizzera italiana (OSI), Pietro Antonini, ha preannunciato con una lettera datata 18 novembre la disdetta cautelativa dei contratti con tutti i musicisti e i dipendenti per la fine del 2017. Lo scrive il Corriere del Ticino, sottolineando che la lettera è stata inviata ai professori d'orchestra, ai dipendenti e al Sindacato svizzero dei servizi pubblici (VPOD) a causa "delle incertezze legate alle trattative con la SSR sul nuovo sistema di finanziamento". La Fondazione dell'OSI, prima di inviare la disdetta formale dei contratti, incontrerà i musicisti il 29 novembre in una riunione plenaria nell'auditorio della RSI di Lugano-Besso.
Pietro Antonini, contattato dalla nostra redazione stamani (lunedì), per il momento non ha voluto rilasciare dichiarazioni, in attesa dell'incontro previsto con i dipendenti il 29 novembre. Ai nostri microfoni,Andreas Lacke, rappresentante sindacale VPOD dell'OSI, si è detto amareggiato per il modo in cui è stata comunicata, dalla Fondazione, la disdetta cautelativa.
Il 18 novembre del 2015, lo ricordiamo, la SSR aveva comunicato all'OSI di voler disdire la convenzione attuale (a far data dal 31 dicembre 2017) e di voler rinegoziare il contributo di due milioni annuale. La nuova proposta della SSR contempla una garanzia di acquisto per 12 milioni di franchi fino al 2023 mentre, fino al 2018, la somma erogata rimane invariata. Successivamente tra il 2018 e il 2023 la cifra andrà gradualmente riducendosi per un importo pari al 10% del budget dell’orchestra. La SSR si impegna a finanziare, nello stesso arco di periodo, circa 80 concerti dell’Orchestra della Svizzera italiana.
L'Orchestra oggi riceve 4 milioni dal cantone, 2 dalla SSR, 700'000 franchi dalla RSI, 500'000 dalla città di Lugano e 400'000 dall'associazione Amici dell'OSI. L'organizzazione gode pure di altri sostenitori, tra cui il canton Grigioni, vari comuni ticinesi e aziende.
Red.MM/M.Ang.
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