Le reti di trafficanti di uomini attivi al confine meridionale della Svizzera cominciano a temerlo seriamente. Da nove mesi in Ticino è attivo il Gruppo interforze per la repressione dei passatori (GIRP). Un’unità speciale che ha quale unica missione quella di braccare chi organizza e lucra sugli spostamenti dei migranti. È nata subito dopo la tragedia costata la vita a 71 profughi rinchiusi nel rimorchio di un camion in Austria.
I risultati della collaborazione tra forze di sicurezza e tra Stati non si sono fatti attendere. Le verifiche condotte dal reparto investigativo specializzato, insediato nei locali della caserma delle guardie di confine di Chiasso, hanno già portato all’apertura di indagini contro sei reti criminali. Ad anticipare il dato è Le Matin Dimanche che ha seguito le attività del gruppo. E ogni fermo al confine porta a scandagliare nuove realtà. Le principali filiere sono due: una africana, l’altra siriana.
Diem
Il Gruppo interforze per la repressione dei passatori
Il GIRP, creato nel settembre 2015, è comandato dal capitano Christophe Cerinotti, coordinatore elvetico del Centro di cooperazione di polizia e doganale di Chiasso. L’operatività è affidata a inquirenti provenienti dalla polizia cantonale ticinese, dalla polizia federale e dalla Regione IV delle guardie di confine cui si aggiungono un ufficiale di collegamento tedesco e un sottufficiale italiano. Conduce inchieste in Ticino, in Svizzera e a livello internazionale collaborando ad ampio raggio con i reparti che negli altri Paesi si occupano di reprimere il traffico di esseri umani.