L’onda lunga dello scandalo Petrobras, che sta scuotendo il mondo politico brasiliano, è giunta anche in Ticino. Il ministero pubblico della Confederazione ha infatti avviato accertamenti sul denaro transitato da due banche luganesi, riconducibile appunto alla corruzione emersa in seno al colosso petrolifero parastatale.
Negli istituti in questione erano stati aperti dei conti, intestati a società estere. Conti che sarebbero serviti al passaggio di alcuni milioni di franchi, poi spariti nel nulla. Toccherà ora all’inchiesta, coordinata dal procuratore Stefan Lenz, capire se si tratti del provento di tangenti o, viceversa, di soldi utilizzati come mazzette.
La documentazione bancaria sequestrata è già stata trasmessa alle autorità brasiliane. Nel farlo – ha stabilito il Tribunale penale federale di Bellinzona – gl’inquirenti elvetici non hanno seguito però le debite procedure. Alla fine le carte potrebbero dunque tornare in Svizzera.
Francesco Lepori
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