Il Consiglio di Stato si aspetta che le procedure di chiusura degli uffici postali ticinesi siano congelate.
Il Governo, preoccupato per la prospettata chiusura (32 uffici su un totale di 113, con la possibilità di eliminarne altri 46 nel corso dei prossimi 3 anni), ha inviato giovedì alla direzione de La Posta la sua presa di posizione, ricordando che lo sviluppo della rete postale tocca in particolare le regioni periferiche e indebolisce il concetto di servizio universale, che dovrebbe essere garantito in tutte le regioni del paese in virtù del mandato pubblico del gigante giallo.
Le autorità ticinesi auspicano che le scelte strategiche dell'azienda si rivelino equilibrate, prudenti e soprattutto indipendenti da una logica "puramente contabile". È stato dunque chiesto di valutare dei criteri minimi aggiuntivi riguardanti la copertura di uffici postali nelle regioni più periferiche ed è stato posto l'accento sull'importanza di garantire adeguati orari di apertura degli uffici.
Il Governo si augura inoltre che il riesame dei 46 uffici cantonali venga posticipato dopo il 2020 e che la Posta indichi le soluzioni concrete che intende intraprendere a tutela dell'occupazione.
CaL