L'Unione svizzera contadini e il Segretariato di stato per le migrazioni hanno concordato un progetto pilota a livello nazionale che coinvolgerà dieci fattorie in Svizzera sull'arco di tre anni, di cui una in Ticino sul Piano di Magadino, con lo scopo di facilitare l'accesso dei rifugiati al mercato del lavoro e sgravare in parte comuni e cantoni dai costi di assistenza.
"Si tratta di rifugiati già ammessi, che vivono stabilmente nel Canone e che sarebbero impiegati in un'azienda privata", ha spiegato Sem Genini, Segretario dell'Unione contadini ticinesi, ai microfoni di Furio Ghielmini delle Cronache della Svizzera italiana. "Un discorso diverso rispetto a quanto già sperimentato con i richiedenti l'asilo, i quali non possono accedere al mercato del lavoro e che sono impiegati per lavori di utilità pubblica".
In Ticino il progetto è seguito dal Dipartimento della sanità e della socialità e da SOS Ticino, che da anni segue l'integrazione di rifugiati. Le persone impiegate, assunte con regolare contratto, avranno dirito a un salario mensile minimo di 3'200 franchi.
Dal Quotidiano:
Rifugiati nelle aziende agricole
Il Quotidiano 20.05.2015, 23:38