Dopo il cantoni di Giura e di Neuchâtel, il salario minimo approda anche in Ticino. La maggioranza dei cittadini che domenica si sono recati alle urne a sud delle Alpi, infatti, ha deciso che nella Costituzione cantonale debba essere ancorato il principio di una paga dignitosa.
La questione, dalle urne, passa ora nelle mani del Governo, che dovrà trasformare in legge il testo dell’iniziativa promossa dai Verdi, "Salviamo il lavoro". Questione tutt'altro che di facile soluzione, visto e considerato che dovrà riuscire ad accontentare tuttie le parti in causa, tenendo conto anche delle leggi vigenti.
"Già oggi le autorità cantonali sono intervenute, su istanza della Commissione tripartita, decretando ben 14 contratti normali di lavoro, in settori non regolati da contratti collettivi", ricorda Meinrado Robbiani, segretario cantonale dell'OCST, che aggiunge: "La questione dovrà essere affrontata coinvolgendo in primis sindacati e mondo economico, affinché si possa giungere a un'intesa condivisa".
"La giurisprudenza attuale pone comunque dei limiti che dovranno essere superati...; credo che, come anche già si sta facendo in altri cantoni, si giungerà a discutere e fissare un salario minimo unico calcolato su criteri sociali, che copra grossomodo il minimo vitale", aggiunge il copresidente dell'Organizzazione cristiano sociale ticinese. Ascolta l'intervista integrale.
bin
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