A pochi giorni dal Natale è tempo di bilanci per la grande distribuzione ticinese, che non sembra avere motivi particolari per festeggiare. Il mese di dicembre, tradizionalmente propizio per gli acquisti, in realtà si sta dimostrando "avaro" per molti commerci, le cui casse sono sempre più vuote. Una crisi di lunga durata, che sta inducendo un numero crescente di realtà a riconsiderare, anche in modo importante, le proprie strategie.
Paolo Locatelli, OCST
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Interio rivede la presenza in Ticino e chiude un intero piano a Contone: posti di lavoro che saltano. Geox abbassa le saracinesche in Via Pessina a Lugano: cinque impieghi cancellati. Sempre a Lugano il marchio Versace intende abbandonare Via Nassa il prossimo anno, mentre Benetton ha cessato l'attività in Piazza Dante nei mesi scorsi, lasciando a casa venti persone”.
Paolo Locatelli, sindacalista dell’
Organizzazione cristiano sociale ticinese, non nasconde i timori per il futuro di un comparto che, solo fino a pochi anni fa, contava quasi 2'200 attività, in grado di dare lavoro a più di 12'000 persone a sud delle Alpi.
Enzo Lucibello, presidente della DISTI, l'associazione mantello della grande distribuzione ticinese,è consapevole del non facile momento: "È tutto il commercio in generale ad essere in crisi, oramai da qualche anno. In un prossimo futuro non escludo che alcuni attori possano anche scomparire o ricorrere a fusioni... Con i fatturati in continuo calo, la soppressione di posti di lavoro è un'ipotesi tutt'altro che remota. L'auspicio è che il settore riesca a trovare la forza per rialzarsi e rilanciarsi...".
La testimonianza
La crisi la ritroviamo tutta nelle parole e nella testimonianza di "Gianni", lo chiameremo così, un quarantenne impiegato da una decina d'anni nella grande distribuzione ticinese, che abbiamo avuto modo di incontrare. "Nel giro di pochi mesi ho visto dimezzare il numero di colleghi nel mio reparto. Ci hanno imposto di svolgere la stessa mole di lavoro, con la metà delle risorse. Capita sovente di rimanere in negozio anche 14 ore al giorno, senza veder pagate le ore extra...".
La possibile via d'uscita
"Un contratto collettivo di lavoro generalizzato nella vendita riporterebbe ordine nel settore. Una comunità contrattuale forte, di fatto, permetterebbe di trovare intese e soluzioni anche a medio lungo termine, che potrebbero ridare ossigeno e spazio di manovra a tutti gli attori coinvolti", aggiunge ancora Locatelli,
Grande distribuzione in affanno; frontalieri sotto pressione - di Lino Bini
RSI Info 15.12.2016, 06:00
"Gli ultimi dati ufficiali nel settore risalgono ad alcuni anni fa. Abbiamo avviato un censimento per conoscere quante ditte e quanti lavoratori sono occupati in Ticino, anche alla luce del fenomeno del frontalierato, sempre più d'attualità", ricorda il sindacalista Paolo Locatelli.
Lino Bini
Venerdì sera, anche Tempi Moderni, alle 22.25 su RSI LA1, affronterà il tema del commercio al dettaglio. Vai alla pagina.