Complice il franco forte, sono sempre più le aziende attive in Ticino in difficoltà e alla ricerca di soluzioni per far quadrare i conti. Tra le misure adottate figurano tagli alla massa salariale, prolungamento delle ore di lavoro degli operai e, nelle ultime settimane, il ricorso alle indennità per lavoro ridotto.
"Sono una settantina gli incarti che abbiamo aperto dal 15 gennaio ad oggi, sicuramente un dato in crescita rispetto al passato che viene aggiornato quasi quotidianamente”, dichiara Sergio Montorfani, secondo il quale gli effetti di queste domande si vedranno non prima di alcune settimane. “Ogni pratica dovrà essere vagliata e ci vorrà del tempo prima di poter stabilire se le aziende in questione abbiano o meno i requisiti per potersi avvalere di questo strumento”, sottolinea il caposezione del lavoro del DFE, che aggiunge: “Non è detto che alla fine del percorso di valutazione tutte le società che ne hanno fatto richiesta decidano poi di ricorrere a questa misura”.
Una tendenza che, di fatto, conferma il difficile momento in cui versa il mercato del lavoro a sud delle Alpi, che sembra aver colpito soprattutto quelle realtà produttive industriali terziste e rivolte all'esportazione.
Indennità per lavoro ridotto
La Sezione del lavoro ricorda che per impiego ridotto s’intende una riduzione temporanea o una sospensione completa dell’attività dell’azienda, che decide di mantenere i rapporti contrattuali di lavoro. Il lavoro ridotto, che rientra nella Legge federale sull'assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione e l'indennità per insolvenza, è generalmente legato a motivi economici. Le perdite di lavoro dovute a provvedimenti ordinati dalle autorità o a circostanze indipendenti dalla volontà del datore di lavoro rientrano sotto questa classificazione.
Lino Bini
Il dossier