La manovra di rientro presentata dal Consiglio di Stato ticinese e approvata dal Gran Consiglio prevede una revisione della Legge sull’armonizzazione e il coordinamento delle prestazioni sociali (LAPS), contro la quale è riuscito un referendum lanciato dal PS e sulla quale i ticinesi saranno chiamati a votare il 12 febbraio.
La riforma prevede in particolare un adeguamento degli importi previsti come soglia per ottenere le prestazioni cantonali del cantone, che permetterebbe di investire nel riorientamento della politica familiare. Per il titolare del diritto il limite resterà a 17'441 franchi all'anno e la diminuzione diverrebbe graduale con il crescere dei membri della famiglia.
La riduzione prevista per le soglie di intervento
Le risorse così liberate servirebbero a finanziare nuove misure di politica familiare, nell'ambito di un suo più ampio riorientamento, mirate in particolare a favorire la conciliabilità famiglia-lavoro, l’autonomia finanziaria delle famiglie e la creazione di condizioni quadro favorevoli nel mondo del lavoro. Le autorità sottolineano come anche dopo la revisione prevista le soglie d’intervento rimarrebbero ancora superiori del 30% a quelle applicate in genere dagli altri cantoni.
Una modifica che pesa sulle famiglie già in difficoltà, secondo i contrari
I contrari sostengono invece che la modifica della LAPS è una minaccia per la coesione sociale e andrebbe a pesare sulle spalle di famiglie già in difficoltà finanziarie in periodo di aumento dei costi, come affitti e casse malati, e erosione dei salari. Le nuove politiche familiari e il mantenimento delle soglie attuali, secondo i referendisti, sono entrambe necessarie e non possono andare l'una a scapito dell'altra.
sf