Ticino e Grigioni

Via Odescalchi, fu omicidio

Il reato di assassinio è caduto: pene dai 30 mesi ai 14 anni per i cinque accusati dell’uccisione del 35enne portoghese a Chiasso

  • 20 settembre 2016, 18:59
  • 7 giugno 2023, 23:34
La scientifica sul luogo del delitto

La scientifica sul luogo del delitto

Sono stati condannati martedì a pene fra i 30 mesi e i 14 anni di carcere, i cinque imputati alla sbarra per rispondere della morte di un 35enne portoghese, ucciso a colpi di pistola l’ottobre scorso a Chiasso, in Via Odescalchi.

Il 27enne Qendrim Berisha, l’imputato principale che quelle sera fece fuoco in direzione del lusitano, si è visto infliggere 14 anni di carcere per omicidio intenzionale per dolo diretto. La Corte delle Assise Criminali, presieduta dal giudice Mauro Ermani, ha tuttavia prosciolto lui e gli altri imputati dall’accusa di assassinio, reato ipotizzato in via principale dalla procuratrice pubblica Pamela Pedretti.

Yevhen Urievich Spizhavka (28 anni), Alberto Magno Inocencio Guimaraes (28) e Fidan Mavraj (30) sono invece stati riconosciuti correi di omicidio intenzionale con dolo eventuale e condannati rispettivamente a 10, 8 e 7 anni di carcere. Infine, è stato riconosciuto il ruolo secondario del 37 rumeno Marine Alin Lupulescu, condannato per aggressione a due anni e mezzo di detenzione, di cui 24 mesi sospesi.

Difesa, accusa e accusatori privati hanno comunque la possibilità di ricorre in appello.

I fatti

Era la sera dell’8 ottobre 2015 quando i cinque imputati si recarono a Chiasso, per regolare i conti con una pericolosa banda di albanesi con i quali erano venuti alle mani, poche sere prima in una discoteca di Grancia. Il 35enne portoghese conosceva sia gli imputati che il gruppo rivale, con il quale molto probabilmente era invischiato in un traffico di cocaina. Quella sera pure lui era armato, è stato appurato in aula penale, per regolare i conti una volta per tutti; dalla sua pistola sono pure stati esplosi dei proiettili.

A sparare, uccidendolo, in direzione del lusitano è stato Berisha; prima però il suo sodale italo-brasiliano ha atterrato la vittima, colpendola ripetutamente con un manganello.

Gli imputati non erano mossi da un piano preciso ma tutti, ha dichiarato il giudice Maura Ermani, sapevano che ci sarebbe potuto essere uno scontro, con esito mortale. Eventualità che non li ha dissuasi dal recarsi a Chiasso.

ludoC

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