Cronaca

Minder stravince

Sui salari dei manager prevale l'indignazione

  • 3 marzo 2013, 18:48
  • 5 giugno 2023, 20:43
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Preoccupata la piazza finanziaria

Thomas Minder vittorioso contro l'establishment politico ed economico: la sua iniziativa contro le retribuzioni abusive ha infatti raccolto un enorme consenso oggi in votazione popolare, con una percentuale di «sì» che si è attestata al 67,9%. A spoglio ultimato i voti favorevoli sono stati 1'615'720, quelli contrari 762'273. L'affluenza alle urne è risultata del 46,7%.

L'iniziativa è passata in tutti i cantoni ed immediata è stata la reazione di soddisfazione di Minder, imprenditore sciaffusano e consigliere agli Stati, definito anche «il Robin Hood dei piccoli azionisti». «Sono contento che questa lunga battaglia sia terminata». Ora però comincia un'altra lotta, quella relativa all'applicazione concreta del testo costituzionale: «sappiamo infatti, ha detto Minder, che il parlamento sull'argomento è molto diviso».

Effetto Vasella

Il risultato delle urne è stato nettissimo, favorito anche dalle recenti notizie riguardanti la buonuscita multimilionaria di Daniel Vasella, presidente dimissionario del consiglio di amministrazione di Novartis. L'articolo costituzionale volto a limitare gli enormi compensi dei manager ha infatti sfondato in tutte le aree linguistiche, trasformandosi in uno tsunami. Il sì più convinto è stato espresso dal Giura, dove i voti favorevoli sono stati pari al 77,1%, seguito a ruota da Sciaffusa (il cantone di Minder, 75,9%) e Neuchâtel (71,9%). I consensi più tiepidi sono venuti da Obvaldo, Nidvaldo e Zugo (con percentuali del 56,1%, 57,7% e 58,2%), cantoni che cercano di attirare le imprese sul proprio territorio con una politica fiscale molto vantaggiosa.

In mezzo tutti gli altri. In otto cantoni i «sì» hanno superato la soglia del 70%, tra cui Zurigo (70,2%), Berna (70,3%) e Ticino (70,7%). Altri quindici si sono posizionati in una forbice compresa tra il 60% e il 70%: fra questi figurano i Grigioni, dove la proporzione di voti favorevoli è stata pari al 65,5%.
Nella Svizzera «latina» i «sì» sono stati mediamente più numerosi rispetto alla Svizzera tedesca, ma di certo non si può parlare di «Röstigraben». Insoddisfatti, ma non sorpresi, gli avversari dell'iniziativa: «alla luce dei recenti sondaggi bisognava aspettarsi un esito del genere», ha spiegato il consigliere nazionale lucernese Roland Fischer (Verdi liberali). La campagna «è stata condotta in modo estremamente emotivo e in questo contesto era difficile formulare argomenti concreti».

Timori per la piazza economica

Ma inutile piangere sul latte versato. Il consigliere agli Stati friburghese Urs Schwaller (PPD) ha affermato che il parlamento deve ora dare attuazione all'iniziativa in tempi rapidi, rimanendo quanto più possibile fedele alle rivendicazioni di Minder. Il «senatore» non ha comunque nascosto le sua delusione: «temo che non aiuterà per nulla la piazza economica svizzera».

Sulla stessa linea il consigliere nazionale democentrista Thomas Aeschi: l'UDC darà il proprio contributo, ha detto il parlamentare, secondo cui i tempi di applicazione dell'iniziativa possono essere calcolati in al massimo due anni. Per il consigliere nazionale Fulvio Pelli (PLR/TI), la popolazione ha chiaramente mostrato che la mentalità del «self-service» nei piani alti delle aziende non è più tollerata.

Molto attesa era anche la reazione di Economiesuisse, la federazione delle imprese elvetiche, che era scesa in campo in prima persona contro l'iniziativa Minder con una campagna di votazione milionaria. «Va da sé che la volontà popolare va rispettata», ha commentato il direttore Pascal Gentinetta. «L'iniziativa va ora applicata alla lettera».

Sul fronte della sinistra l'Unione sindacale svizzera ha fatto sapere di condividere il malcontento espresso dagli elettori. Il sì netto all'iniziativa è una segnale della «grande indignazione» degli svizzeri di fronte ai «salari vertiginosi di certi manager». La gente, ha commentato la consigliera nazionale Susanne Leutenegger Oberholzer, ha manifestato la propria rabbia.

Thomas Minder va ad aggiungersi alla lista degli outsider che si sono imposti in votazione popolare in barba alle élite politiche ed economiche. Prima di lui erano riusciti nell'impresa l'ecologista Franz Weber, con la sua iniziativa sulle residenze secondarie, così come Anita Chaaban e Christine Bussat, le promotrici delle due iniziative sull'internamento a vita dei criminali sessuomani e sull'imprescrittibilità dei reati di pornografia infantile.
Il 67,9% di consensi andato Minder è il terzo miglior risultato di tutti i tempi raccolto da un'iniziativa popolare, dopo l'iniziativa dei Democratici Svizzeri del 1993 per l'introduzione del Primo Agosto festivo (83,8%) e di quella del 1921 che chiedeva il referendum facoltativo per i trattati internazionali (71,4%).

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