Il gruppo di alternative rock post-punk marchigiano Soviet Soviet è fermato all’entrata negli Stati Uniti e rispedito in Italia dopo alcune trascorse in arresto per immigrazione clandestina.
La disavventura della band è iniziata all’atterraggio a Seattle, prima tappa del loro tour di una decina di giorni negli USA con concerti anche a Long Beach, Los Angeles e Austin.
I tre musicisti dovevano esibirsi gratuitamente, ma non sono mai usciti dall’aeroporto. L'8 marzo si sono presentati ai controlli con i loro strumenti ma senza visto lavorativo. È quindi scattato il fermo, seguito da: 4 ore di interrogatorio e l’arresto.
Il trio ha cercato di spiegare ai funzionari che si sarebbe esibito a scopo promozionale, gratis, e che non intendeva cercare lavoro negli USA, ma non ha convinto nessuno. Dopo una notte in cella Alessandro Costantini (chitarra), Alessandro Ferri (batteria) ed Andrea Giometti (voce e basso) sono stati scortati all’entrata dell’aereo che li ha riportati alla terra d'origine. "Siamo stati trattati come criminali”, affermano in un comunicato i Soviet Soviet che un mese fa si sono esibiti a Ginevra.
Diem/ANSA