I dirigenti di Sony Pictures a Los Angeles hanno dovuto ammettere che lo studio cinematografico è stato oggetto di un pirataggio informatico con il furto di numerosi dati confidenziali, in modo particolare concentrato sulle schede degli impiegati, della stessa azienda e di partner terzi.
Alcuni lungometraggi, non ancora sbarcati sul grande schermo, sono stati indebitamente sottratti dagli ordinatori aziendali e pubblicati illegalmente su internet da dove sono stati scaricati migliaia di volte con l’immaginabile danno economico per Sony Pictures.
Del cyberattacco si stanno interessando anche gli esperti dell’FBI che hanno aperto un’inchiesta tuttora in corso per determinare il punto di partenza della malversazione. In una nota Sony Pictures smentisce voci circolate in rete negli scorsi giorni dell’origine nordcoreana del pirateggio quale vendetta del regime per la diffusione di un film nel quale si raccontano i presunti tentativi della CIA di liberarsi del numero uno del regime di Pyongyang.
Red.MM/ATS/Swing