Da qualche mese si vendono sempre più droni al sud delle Alpi. “Il fenomeno” ci conferma Fernando Nessi, elettrotecnico, da oltre un trentennio gestore del negozio specializzato Nautilus a Solduno: “è iniziato negli ultimi mesi dell’anno scorso. In pochi giorni ne ho venduti una trentina di varie grandezze”. E il successo che stanno avendo questi piccoli velivoli senza pilota è dimostrato dal fatto che anche i grandi rivenditori dal dettaglio stanno proponendo, da qualche giorno, i primi modelli. Ce lo conferma Maurizio Cuzzocrea responsabile del reparto multimedia della Manor di Lugano: “L’interesse è molto spiccato e lo diventa sempre di più, sia fra i bambini che fra gli adulti.”.
Quotidiano del 06/05/14: "Drone mania" di Paolo Beretta
RSI Info 06.05.2014, 22:44
Il segreto del successo
A far salire le vendite sono stati principalmente due fattori. Il costo relativamente modesto e la facilità con cui si possono pilotare. “Il costo varia in funzione della grandezza del drone e della tecnologia che ci si vuole installare.” Ci spiega ancora Nessi. Nei negozi specializzati “Si parte dai modelli più semplici che possono costare 600 franchi a quelli che arrivano a diverse migliaia. Il più caro che ho venduto è un modello da 20'000 franchi”, precisa Nessi, “ma si tratta di un drone usato a scopi professionali e non per divertimento”. Nei grandi magazzini invece il costo è ancora più basso. Il modello base parte da un centinaio di franchi, quello più costoso arriva quasi ai 1'300.
La tecnologia dei droni
L’esemplare di base è composto da quattro eliche, che possono diventare otto se la tecnologia montata sul drone è più pesante. Ogni velivolo può essere attrezzato con delle mini telecamere, molte delle quali, con la tecnologia attuale, riescono a fornire immagini di alta qualità. Il “cuore” del velivolo è composto da una centralina che risponde ai comandi di un telecomando. Le eliche sono alimentate da una batteria la cui durata varia dal peso dell’apparecchio. Grazie ai processori all’interno della centralina è possibile, tramite il GPS, programmare l’intero volo del drone. “I droni che vendo io sono talmente evoluti che quando raggiungono la distanza massima che la batteria che li alimenta gli permette”, continua Nessi, “tornano direttamente da soli al punto di partenza con una precisione quasi millimetrica”. In questo modo si evita che il mezzo cada per mancanza di energia.
Le spiegazioni dell'hobby modellista Matteo Lafranchi
Usati per diletto … ma non solo
La maggior parte della gente compera i droni per il puro divertimento di farli volare, anche perché sono molto più facili da pilotare rispetto ai modellini di elicottero. C’è inoltre chi, come Matteo Lafranchi, appassionato di hobby modellismo se lo costruisce da solo.
Non ci sono solo gli amanti dell’aeronautica che si sono appassionati a questi nuovi apparecchi ma anche chi li usa per lavoro. Gli esempi non mancano. Solo in Ticino vi sono diverse ditte specializzate in riprese “spettacolari” o panoramiche, come pure chi usa i droni per operazioni di soccorso o, muniti di una camera termica, che li adopera per segnalare ai pompieri i vari focolai nei boschi in zone impervie dove l’uomo fatica ad arrivare.
I nuovi re dei cieli
Il limite della sfera privata
A poter frenare “l’invasione” di droni nella Svizzera italiana è la problematica legata alla protezione della sfera privata. Gli apparecchi che sorvolano edifici, giardini o case potrebbero infatti destare qualche sospetto che chi li manovra non lo faccia solo per divertimento ma per spiare qualcuno.
Il settore è regolamentato dall’Ufficio federale dell’aviazione. Secondo le norme in vigore per i droni inferiori ai 30 chili nessuna autorizzazione è obbligatoria a condizione che chi li manovra ne abbia sempre il contatto visivo. Non è inoltre possibile far volare tali apparecchi a meno di cinque chilometri dagli aerodromi. I cantoni possono emanare altre norme. Per ora ad averlo fatto sono stati solo Berna e Zurigo. In Ticino invece non vi sono altre restrizioni.
Paolo Beretta