Si è spento venerdì uno dei personaggio più popolari della Svizzera italiana, Padre Callisto, che vogliamo ricordare riproponendo un'intervista realizzata nel 1996 da Salvatore Maria Fares.
Che cosa significa portare il saio, che cosa vuol dire non ritirarsi in convento ma vivere tra la gente e condividere con il prossimo gioie e pene. E poi il rapporto con la gerarchia, le relazioni, spesso conflittuali, con la mentalità tradizionalista. Infine la politica, in una regione - la Svizzera italiana - in cui i partiti fino a ieri hanno condizionato pesantemente la quotidianità dei cittadini.
Questo e altro nel colloquio tra Salvatore Maria Fares e Padre Callisto. Un incontro per la rubrica Trapezio andata in onda la prima volta nel 1996.
In ricordo di Padre Callisto
Laser 16.08.2014, 12:57
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Padre Callisto Caldelari storico e pubblicista
Una breve biografia curata da Orazio Martinetti
Frate cappuccino, nacque a Locarno il 14 maggio del 1934. Dopo gli studi filosofici e teologici nel convento di Lugano si diplomò in archivistica e paleografia all’Archivio di Stato di Milano e in biblioteconomia e bibliografia alla Scuola della Biblioteca Vaticana a Roma.
Nel 1961 pubblica il suo primo lavoro “Edizioni ticinesi nel convento dei cappuccini a Lugano” e inizia la collaborazione con la rivista fondata da Virgilio Gilardoni “Archivio Storico Ticinese”.
Studioso di Emilio Motta cura una sua bio-bibliografia e l’opera “Le tre effemeridi ticinesi di Emilio Motta”.
A partire dal 1983, grazie all’aiuto finanziario del Cantone Ticino, assume l’impegno di compilare una bibliografia ticinese del ‘700 e dell’800, poi uscita in diversi volumi presso l’editore Casagrande di Bellinzona: un’opera, come si suol dire, monumentale, punto di riferimento per ogni ricercatore di storia regionale.
Nel 2003, in occasione del bicentenario dell’Atto di Mediazione firmato da Napoleone Bonaparte, raccoglie nel saggio “Napoleone e il Ticino” una vasta documentazione su quell’epocale svolta nelle vicende nostrane, fonte dell’indipendenza cantonale dopo tre secoli di sudditanza.
Regolare la sua collaborazione con la radio e la televisione della Svizzera italiana, sia come opinionista, sia come consulente su questioni riguardanti la religione, l’educazione, la famiglia, e in genere i rapporti sociali. Padre Callisto è stato inoltre un prolifico pubblicista, firmando rubriche sul quotidiano “La Regione” e il settimanale “Il Caffè”. Buona parte di questi scritti sono poi stati raccolti in volume.
Tra le ultime pubblicazioni si segnala il volume “Editoria e illuminismo fra Lugano e Milano”, in cui Padre Callisto ricostruisce l’attività della Tipografia Agnelli a Lugano.