Moby Dick

“Sì, viaggiare”

A cura di Clara Caverzasio e Giorgio Thoeni

  • 9 aprile 2016, 12:00
Orca
  • Keystone

MOBY DICK
Sabato 09 aprile 2016 alle 10:00

"A chi mi domanda ragione dei miei viaggi, solitamente rispondo che so bene quel che fuggo, ma non quel che cerco". In questa frase tratta dai celebri "Essais" (Saggi) di Michel de Montaigne è forse racchiusa l'essenza stessa del viaggio. Una metafora della scoperta, del mistero, della ricerca interiore, dell'abbandono, dell'inconscio ma anche della conquista. Nella letteratura sappiamo che c'è già tutto, o quasi. Dal poema omerico dell'Odissea al Milione di Marco Polo, dalla giornata dublinese di Leopold Bloom per Ulysses di James Joyce agli appassionanti diari di Bruce Chatwin, il racconto di viaggio, breve o lungo che sia, contiene sempre straordinari incantesimi accanto ad abbaglianti verità. Ma com'è cambiata oggi la prospettiva di affrontare un viaggio se la confrontiamo con le paure e le insicurezze generate da un'attualità che rende sempre più dissuasiva l'idea di partire, di lasciare la sicurezza della propria casa per andare verso terre lontane? Eppure, il fascino del viaggio non sembra essere scalfito nonostante il dramma sotto gli occhi di tutti dei viaggi forzati di migliaia di migranti in fuga dalla guerra o dalla povertà. Con il progresso tecnologico travolto dall'appetito massmediatico com'è cambiato il profilo del viaggiatore? Siamo attori o autori di un viaggio? È meglio viaggiare da soli oppure in compagnia? A piedi, in treno, in bicicletta, in barca… un mezzo si trova sempre ma che cos'è più intrigante: il mezzo o la meta? Partire, arrivare, incontrare persone diverse o confrontarsi con altre culture?

"Moby Dick" si interroga sul tema del viaggio in una puntata del magazine di Rete Due curata da Clara Caverzasio e Giorgio Thoeni che, per l'occasione, hanno invitato a discuterne la fotografa Gigliola Foschi, il critico letterario, alpinista e viaggiatore Franco Brevini e Claudio Visentin, docente e esperto di viaggi e turismo.

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