La politica svizzera sulle dipendenze manca di coerenza ed è piena di contraddizioni. Un giudizio duro e perentorio quello espresso da Addiction suisse , l’associazione impegnata al fronte contro le dipendenze dall’alcool, le droghe e il gioco patologico. Singolari contraddizioni che pregiudicano l’efficacia degli interventi, denuncia Addiction suisse , dovute alle rigide posizioni ideologiche dei politici che impediscono l’adozione di misure dissuasive e di contenimento nonché la presa di coscienza dell’impatto che la dipendenza da alcool, droga e gioco patologico hanno su un numero elevato di persone, i loro famigliari e tutta la società.
Nelle conclusioni che emergono da un’analisi della situazione elvetica in tema di dipendenze, pubblicate per la prima volta in un dossier, Addiction suisse sottolinea pure la responsabilità della pubblicità aggressiva e dei prezzi troppo bassi che incitano al consumo, soprattutto tra i giovani.
Ma anche quella che Addiction suisse chiama un’opportunità storica, sembra non dover portare a un cambio di strategia della politica elvetica in materia. Per la prima volta, il Parlamento federale si trova ad esaminare in parallelo tre leggi importanti: sull’alcool, sul tabacco e sui giochi in denaro. In realtà – lamenta Addiction suisse – le tre leggi sono abbordate come se non avessero nessunissimo legame tra loro e per di più sembrano essere alla mercé dei vari gruppi d’interesse.
Per capire se “un’altra politica sulle dipendenze sia possibile” e se possa nascere la consapevolezza che “i problemi di dipendenza non sono circoscritti ai singoli individui, ma il frutto della nostra società tutta intera e dell’ambiente sociale che noi stessi creiamo” come auspica Addiction suisse, Modem ne parla con: Tazio Carlevaro, psichiatra; Sandro Cattacin, sociologo, membro della Commissione federale sulla droga; Jann Schumacher, presidente di Ticino Addiction.
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