Mentre la terra continua a tremare, con le ormai ben note scosse di assestamento, si contano 290 morti, 10 dispersi, alcune centinaia di feriti, oltre 2'600 sfollati ospitati in 58 campi e altre strutture. Sono alcune delle cifre del sisma che mercoledì scorso ha colpito 4 regioni dell’Italia centrale, devastando diverse località e lasciando dietro di sé una scia di macerie e di sofferenza.
Ancora una volta il paese si è dimostrato pronto a reagire, solidale ed efficace nell’affrontare l’emergenza. Ma il dramma ha anche messo nuovamente in evidenza l’inesistenza di una vera politica di prevenzione. A crollare non sono state solo le vecchie case dei centri storici, ma anche edifici pubblici come una scuola ristrutturata pochi anni fa e persino un ospedale è rimasto seriamente danneggiato. Vecchi mali per un paese destinato a convivere con l’incubo delle scosse telluriche.
Terremoto, tra resilienza e polemiche. Ne discutiamo a modem con interventi di:
Claudio Bustaffa, corrispondente RSI a Roma;
Giuseppe Caporale, giornalista, autore di 2 libri sul terremoto all’Aquila;
Gian Paolo Cimellaro, ingegnere sismico, politecnico Torino;
Alessandro Dazio, ingegnere sismico svizzero (registrato);
Claudio Micheloni, senatore PD eletto in Svizzera;
Cesare Spuri, direttore della Protezione civile Regione Marche.
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