Gli uomini dell’Isis avevano già bruciato, un anno fa, 10.000 libri della biblioteca pubblica di Mossul e 700 manoscritti.
Pochi giorni fa hanno preso a martellate le opere del museo di Mossul –alcune delle quali fortunatamente copie degli originali che si trovano altrove-
Pochi giorni fa si sono scagliati contro le rovine di Nimrud, l’antica capitale del regno assiro, nel 9 secolo avanti cristo. Oggi è un sito archeologico di 360 ettari, con vestigia monumentali, in parte restaurate, e 13 chilometri di antica muraglia che la delimita dalla piana del Tigri. Secondo fonti locali, gli uomini dell’Isis hanno saccheggiato Nimrud e preso a martellate alcuni dei celebri tori alati con il volto da uomini, geni protettori della città contro ogni nemico. In seguito hanno livellato il sito archeologico con dei bulldozer.
Il giorno dopo, la furia distruttrice dell’Isis si è estesa a Hatra, città fondata dai Parti 2000 anni fa e che era resistita ai romani grazie alle sue spesse mura e alle sue torri.
Hatra contava molti templi e opere dedicate ad Apollo e Poseidone. Secondo fonti curde, i militanti dell’Isis hanno distrutto con l’esplosivo interi edifici e spianato con i bulldozer altre parti della città.
Cosa è andato perduto irrimediabilmente? Come fermarli? Ne parleremo con Salvatore Settis, ex direttore della Normale di Pisa, Pierdaniele Morandi Bonacossi, professore di Archeologia del Vicino Oriente antico all'Università di Udine, e Lorenzo Cremonesi, inviato del Corriere della Sera.
All'interno della puntata sentiremo, inoltre, le considerazioni di Andrea Rascher, esperto in diritto e di beni culturali ed ex capo del settore Diritto e affari internazionali dell’Ufficio federale della cultura, e di Nada Al-Hassan, responsabile per l'area araba del World Heritage Centre dell'UNESCO.
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