Il numero di migranti e rifugiati arrivati in Grecia e in Italia nel 2016 ha superato la soglia dei 100'000 mentre 413 migranti e rifugiati hanno perso la vita nel Mediterraneo. Queste le cifre fornite dall’Organizzazione internazionale per le Migrazioni nel momento in cui il rafforzamento dei controlli e le misure adottate da alcuni Paesi dei Balcani occidentali potrebbero dirottare i flussi verso l'Albania o bloccarli in Grecia. Per questo l’Unione europea ha chiesto << a tutti i Paesi e agli attori lungo la rotta di preparare i piani di emergenza per poter affrontare i bisogni umanitari, incluse le capacità ricettive >>. La “fortezza Europa” sta per chiudersi?
Anche la Germania della Cancelliera Angela Merkel, che aveva aperto le porte ai migranti, sembra non poter più gestire l’afflusso dal Medio oriente. I ministeri dell'Interno e degli Esteri tedeschi hanno infatti inviato una lettera a 17 Stati che rifiutano di riprendersi i profughi giunti in Germania cui è stato negato l'asilo, chiedendo di accelerare le operazioni di rimpatrio. Intanto è sempre piena emergenza e alta tensione al confine fra Macedonia e Grecia, dove migliaia di migranti e profughi si ammassano quotidianamente. Lo stop opposto ai migranti provenienti dall'Afghanistan e le nuove più severe regole di registrazione per siriani e iracheni rallenta fortemente il flusso, segnato a più riprese da tentativi di oltrepassare con la forza il filo spinato.
Per fare il punto della situazione, giudicata come preoccupante dall’Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati, a Modem intervengono:
Gianluca Grossi, giornalista indipendente;
Andrej Plenkovic, Eurodeputato croato del Partito unione democratica croata;
Bela Szomraky, già Direttore delle radio regionali ungheresi e Docente di scienze politiche in diverse università ungheresi;
Andrea Rossini, giornalista dell'Osservatorio dei Balcani.
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