Si ricomincia da Parigi. Ancora da Parigi, a nemmeno un anno dagli assalti a Charlie Hebdo e all’Hyper Cacher. Il terrorismo jihadista è tornato a colpire al cuore l’Europa, allargando ulteriormente lo spettro dei propri obiettivi: gente che stava guardando una partita di calcio, assistendo a un concerto o ancora semplicemente mangiando ad un ristorante. Persone la cui unica colpa è stata quella di trovarsi a Parigi, nel momento e nel posto sbagliato.
La mappa degli attacchi a Parigi
Ma come ricominciare da Parigi per combattere efficacemente l’ISIS? Le falle dell’intelligence, i prossimi potenziali attacchi all’occidente, il prosieguo della strategia militare in Siria, il ruolo della Russia (anch’essa obiettivo dichiarato), le conseguenze del recente attacco a Hezbollah, la politica migratoria: questi ed altri elementi vanno a formare un puzzle che non può più essere osservato come un’opera astratta.
Parigi, colpita la gente comune
E’ però indispensabile partire dal tassello più triste per l’Europa e appena aggiunto dall’ISIS e quindi ripartire da Parigi, laddove non si è riusciti a prevenire lo scenario peggiore, ancorché forse nemmeno pienamente realizzato dai terroristi. Quale sarà la risposta (e quale sarà la risposta più adatta) a questo atto di guerra?
Modem ne parla con Luciano Bozzo (direttore del Centro di Studi strategici e internazionali di Firenze), Bernard Selwan El-Khoury (direttore del Center for Oriental Strategic Monitoring) e con Sergio Romano (ex ambasciatore italiano, opinionista del Corriere della Sera).
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