Una mossa che denota disprezzo verso la volontà del popolo secondo l’UDC, una strategia rischiosa, nei confronti di Bruxelles, dalle conseguenze imprevedibili a detta del PS. Sono le reazioni più marcate che hanno fatto seguito alle comunicazioni del Consiglio federale sulla messa in pratica dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa. Fra i due poli le valutazioni sono invece improntate alla moderazione, ancorché sostanzialmente positive. A quasi due anni dall’ormai famosa votazione del “9 febbraio” le novità e le certezze restano in ogni caso poche: si agirà mediante una clausola di salvaguardia (d’intesa con l’UE o unilaterale), i cui contenuti restano ancora da definire.
L’impressione, a detta degli osservatori, è che il Consiglio federale stia temporeggiando, col duplice obiettivo di continuare nella sua “mission impossible” nei confronti dell’UE e mostrare ai cittadini che non resta con le mani in mano. Di fatto si è ancora –o quasi- ai piedi della scala e nemmeno si è sicuri che il termine di tre anni per la concretizzazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa venga rispettato. Tutto questo mentre l’UE, pur disposta a continuare a parlarsi, ribadisce la sua intransigenza sul principio della libera circolazione delle persone.
Tra realismo, catastrofismi, timidi cenni d’ottimismo e qualche nuova proposta (il presidente del PLR Philippe Müller suggerisce di fissare un limite di cinque anni alla clausola di salvaguardia) in Europa e in Svizzera la politica non resta però ferma e le variabili che potrebbero influire sui rapporti fra Berna e Bruxelles non sono pochi. Se nell’UE il tema coesione/accordi è ciclicamente rilanciato dall’emergenza migranti e dai dibattiti in Gran Bretagna, in Svizzera gli occhi sono puntati sull’elezione del Consiglio federale e in particolare sull’elezione praticamente certa di un secondo esponente UDC fedele alla linea del partito. Senza dimenticare la riuscita dell’iniziativa RASA che chiede l’abrogazione delle disposizioni del testo costituzionale approvato con l’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”.
Le analisi di Modem su queste e altre dinamiche politico-istituzionali sul 9 febbraio con: Alexis Lautenberg (ex ambasciatore svizzero a Bruxelles), Andreas Glaser (Centro di Aarau per la democrazia, professore di diritto all'UNI di Zurigo) e con Beda Romano (corrispondente da Bruxelles per il Sole24 ore).
RG 18.30 del 4 dicembre 2015 Il servizio di Mattia Serena
RSI Svizzera 04.12.2015, 19:32
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RG delle 18.30 del 04/12/2015: l'analisi di Roberto Porta e Tomas Miglierina
RSI Svizzera 04.12.2015, 20:47
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Dal telegiornale
Nove febbraio: verso una clausola di salvaguardia
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