Troppi anglicismi nel nostro italiano?, Millevoci 08.12.15
Millevoci 08.12.2015, 13:00
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Lo spunto ci viene da un libro dal titolo all’apparenza accademico: La lingua italiana e le lingue romanze di fronte agli anglicismi (a cura di C. Marazzini e A. Petralli). Si tratta di un’opera collettiva frutto della collaborazione tra l’Accademia della Crusca di Firenze, Coscienza Svizzera e la Società Dante Alighieri redatta in tre lingue (italiano, francese e spagnolo) in cui a dominare la scena è l’inglese, o meglio, sono gli anglicismi che infarciscono sempre più le lingue latine. Perché usare “Voluntary disclosure” quando si potrebbe dire altrettanto elegantemente (e rapidamente!) “Collaborazione volontaria”? E che dire del “Quantative easing” o delle “Extraordinary rendition”? Tema complesso quello delle locuzioni tecnico-politiche, la cui traduzione letterale dall’inglese in italiano può risultare complicata o riduttiva. Come porsi però di fronte a espressioni ormai “impiantate” nella nostra lingua quotidiana come briefing, workshop, standing dinner, hot spot, look, glamour, gossip, ecc…? Proviamo a immaginare delle alternative per riflettere sull’evoluzione (o involuzione) della lingua italiana e dei suoi anglicismi. Yes, we can!
Ospiti:
Alessio Petralli, membro del comitato direttivo di Coscienza Svizzera, esperto di comunicazione e docente di italiano
Anna Maria Testa, promotrice della petizione #dilloinitaliano che ha raccolto 70mila firme
Claudio Marazzini, Presidente dell’Accademia della Crusca, professore universitario, linguista e saggista
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https://www.rsi.ch/s/703647