Nata nella campagna russa nel 1881 e morta a Parigi nel 1862, Natalia Goncharova fu una delle figure di punta delle avanguardie di primo Novecento, affermandosi non soltanto come pittrice, ma anche come costumista, scenografa, illustratrice, grafica, stilista e persino come attrice cinematografica e performer ante litteram, sfilando per le strade di Mosca con il volto e il corpo dipinti con immagini e frasi controverse. Libera e fieramente provocatoria: fu la prima donna, nel 1910, a esporre dipinti raffiguranti nudi femminili in Russia, la prima a essere accusata di blasfemia, offesa alla morale pubblica e pornografia, ma anche la prima esponente dell’avanguardia russa a vantare una grande personale a Mosca, nel 1913. Per oltre cinquant’anni visse e lavorò insieme all’artista Mikhail Larionov, con cui sviluppò il movimento del Raggismo. Nelle sue opere seppe coniugare in modo unico e significativo Oriente e Occidente, tradizione e innovazione, restando sempre profondamente legata alla sua terra d’origine, anche quando stabilitasi a Parigi non vi fece mai più ritorno, e al contempo guardando con stima e fascinazione al lavoro dei contemporanei Paul Gauguin, Henri Matisse, Paul Cézanne, Pablo Picasso e Umberto Boccioni.
Natalia Goncharova a Firenze
Tutto ciò fa di Natalia Goncharova una figura straordinaria, senz’altro meritevole di una conoscenza più approfondita e diffusa. L’evoluzione stilistica dell’artista, il suo vivace sperimentalismo ed eclettismo, parte da lavori giovanili come l’iconico Autoritratto con gigli gialli, passando per i dipinti di nudi che la portarono a processo per oscenità, fino alle opere di impronta religiosa, come il polittico degli Evangelisti, che nel 1914 a San Pietroburgo turbò il pubblico e fu ritirato dalle autorità. In tutti spicca la peculiare commistione fra gli stilemi della tradizione russa e le istanze dell’arte moderna occidentale.
«Questa donna trascina tutta Mosca e tutta San Pietroburgo dietro di sé; non si imita solo la sua opera, ma anche la sua personalità», disse di lei l’impresario teatrale Serge Diaghilev, che le affidò molti progetti, tra cui la creazione dei costumi e delle scene dell’acclamato balletto Le Coq d’Or, basato sul poema di Alexander Pushkin. Ed è indubbiamente trascinante questa mostra, che include anche una interessante selezione di fotografie d’epoca e di video che ben rappresentano l’atmosfera nella quale Goncharova si formò e operò.