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Sarajevo 5 aprile 1992: una città assediata

di Enrico Bianda

Immagine scattata il 5 aprile 1992 nel centro di Sarajevo che illustra alcuni abitanti che trasportano Olga Sučić, una delle prime vittime della guerra del 1992-1995 (Keystone)

Tra il 28 febbraio e il 2 marzo del 1992, su richiesta della Comunità europea, in Bosnia Erzegovina fu organizzato un referendum, vinto in stretta misura dai fautori dell'indipendenza bosniaca. L'iniziativa era in aperto contrasto con l'idea di una grande Serbia portata avanti da Milosevic: per questo motivo si stava rafforzando l'Armata popolare jugoslava presente nella regione, ed inoltre lo stesso Milosevic si preoccupava di armare clandestinamente la locale popolazione serba. Il 6 e 7 aprile la Comunità europea e gli Usa riconosceranno la sovranità del nuovo Stato, nell'illusione di riuscire ad arrestare l'azione dell'esercito serbo. In realtà questo riconoscimento sarà la miccia che farà esplodere la situazione. Sarajevo, che in quei giorni veniva circondata dalle forze regolari dell'esercito popolare e dai reparti serbo bosniaci, verrà attaccata e chiusa in un assedio che durerà 4 anni. Da quel 5 aprile sono passati 20 anni. “Laser” ripercorre quella tragica vicenda attraverso i ricordi e le riflessioni di Nenad Stojanovic, nato a Sarajevo nel 1976, oggi docente di Scienze politiche nelle Università di Losanna, Ginevra e Zurigo e deputato al Gran Consiglio ticinese dal 2007.

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Sarajevo 5 aprile 1992: una città assediata

Laser 04.04.2012, 02:00

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