Il Kunsthaus di Zurigo prevede da novembre una nuova esposizione con opere della controversa collezione Bührle. Non esporle sarebbe ipocrita, sostiene la direttrice Ann Demeester. La discussione è motivata dal sospetto che la collezione d'arte del fabbricante d'armi e mecenate Emil Georg Bührle (1890-1956) contenga opere rubate dai nazisti durante la Seconda Guerra mondiale.
Sulla scia di tale polemica, nel 2022 il Kunsthaus ha iniziato a riesaminare la propria collezione, annunciando proprio lo scorso 14 marzo che avrebbe ampliato le ricerche sulla provenienza.
"Se i quadri scompaiono, sembra che il passato della Seconda Guerra mondiale non sia esistito", ha dichiarato in un'intervista pubblicata domenica al "Sonntagsblick". La belga è direttrice dell'istituzione zurighese dallo scorso ottobre. "La nuova strategia sulla provenienza rende trasparente il nostro modo di procedere quando ci troviamo di fronte ad un'opera che rientra nella categoria 'beni culturali sottratti a seguito di persecuzioni naziste'", ha indicato Demeester.
Stando al Kunsthaus, ciò include anche le vendite di opere d'arte effettuate per necessità da proprietari perseguitati dai nazionalsocialisti in paesi terzi sicuri quali la Svizzera. Con le ricerche sulla provenienza l'origine delle opere verrebbe verificata professionalmente. L'obiettivo è di rendere possibili soluzioni giuste e eque in presenza di indizi comprovati di beni culturali sottratti ai proprietari in relazione a persecuzioni naziste.
Come trattare le opere trafugate secondo il Kunsthaus
SEIDISERA 14.03.2023, 18:29