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Aborto, ai conservatori la prima battaglia

Il Senato statunitense boccia come prevedibile la trasformazione in legge della sentenza Roe versus Wade

  • 12 maggio 2022, 01:12
  • 23 giugno 2023, 19:09
Non è stato difeso il diritto delle donne di decidere del proprio corpo, ha detto Kamala Harris

Non è stato difeso il diritto delle donne di decidere del proprio corpo, ha detto Kamala Harris

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Di: ATS/TG/pon

Il Senato degli Stati Uniti ha bloccato oggi, mercoledì, il provvedimento che voleva trasformare in legge la storica sentenza della Corte Suprema che nel 1973 ha legalizzato l'aborto negli Stati Uniti.

La misura proposta dai democratici prevedeva il diritto delle donne all'interruzione di gravidanza a livello federale. Al provvedimento servivano 60 voti per essere approvato, invece è stato bloccato con 49 voti a favore a fronte di 51 contrari. I repubblicani hanno votato tutti contro e con loro si è schierato il democratico Joe Manchin, già oppositore di alcuni dei grandi progetti della Casa Bianca in questa legislatura.

49 a favore, 51 contrari

49 a favore, 51 contrari

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"Il Senato ha fallito nel difendere il diritto di scelta delle donne sul proprio corpo", ha commentato la vicepresidente Kamala Harris, mentre Joe Biden ha promesso che la battaglia continua. Il presidente guarda alle elezioni di metà mandato dell'8 novembre, nella speranza che possano cambiare gli equilibri parlamentari. Intanto, il 14 maggio grandi manifestazioni in favore del diritto all'aborto sono previste a Washington, New York, Chicago e Los Angeles, oltre a centinaia di raduni in altre città.

Come emerso la scorsa settimana, la Corte Suprema, ora a chiara maggioranza conservatrice, si appresta a capovolgere la sentenza Roe contro Wade. A quel punto ogni Stato potrebbe legiferare in maniera indipendente e una ventina ha già preannunciato l'intenzione di vietare l'interruzione di gravidanza.

USA, l'aborto infiamma la politica

Telegiornale 11.05.2022, 22:00

Fra questi c'è il Kentucky, dove la pratica è ancora possibile solo in due cliniche e le donne che vi si recano hanno bisogno di essere scortate per non essere importunate o persino aggredite, come racconta la volontaria Meg Stern al microfono della RSI, nel reportage di Massimiliano Herber per il Telegiornale. Il Kentucky non prevederà alcuna eccezione, neanche per ragioni di salute o quando la gravidanza è conseguenza di violenze. Un divieto, temono i sostenitori di questa pratica, potrebbe andare a scapito soprattutto delle classi meno abbienti, che potrebbero cercare soluzioni clandestine e rischiose.

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