“Vogliamo vedere le nostre famiglie in Europa, per favore...” ma anche: “Smettetela di parlare e iniziate a lavorare”. Queste le scritte che compaiono su dei pezzi di cartone sventolati da alcune famiglie siriane bloccate ad Atene. Circa 4'486, nel 2016, le richieste per il ricongiungimento familiare verso la Germania presentate da richiedenti l'asilo siriani in Grecia.
Il ricongiungimento familiare, secondo la Convenzione di Dublino, è di due tipi: il primo si rivolge a persone che, nel momento in cui hanno ottenuto lo status di rifugiato, hanno il diritto di fare domanda per il trasferimento della propria famiglia nel paese in cui hanno ottenuto tale status; il secondo invece, si rivolge ai richiedenti l'asilo per poter permettere loro di raggiungere un membro della famiglia già residente in un altro paese europeo. Quando la richiesta viene approvata dal paese europeo interpellato sarà questo a prendere in esame la domanda e a decidere se accettarla o respingerla. Da qualche mese, però, nella capitale greca il processo di trasferimento effettivo per le richieste già approvate dalla Grecia alla Germania sta diventando molto lento: dai 540 casi di trasferimento del mese di marzo si è passati ai 70 di aprile. Il governo greco e quello tedesco non rilasciano dichiarazioni ufficiali in merito ad un presunto accordo tra i due Stati che prevede un congelamento delle partenze e, il governo tedesco, attribuisce i ritardi all'eccessivo numero di persone richiedenti l'asilo presenti sia in Germania sia in Grecia.
Le associazioni non governative - che accompagnano i richiedenti asilo ed i rifugiati nella presentazione delle richieste - confermano il ristretto numero di partenze senza saper identificare una ragione. “Io ho tre figli: due sono qui con me mentre mio marito è in Germania con il più grande che ha otto anni. Mio marito ha subìto delle operazioni alle braccia, non sta bene, vorrei assisterlo. Siamo qui da 2 anni e ancora stiamo aspettando”, racconta Hanan. I siriani, stanchi di questa incessante attesa e di questo silenzio da parte delle istituzioni, hanno organizzato recentemente diverse marce di protesta da Piazza Syntagma, sede del Parlamento ellenico, fino al numero 10 di Ipsilantou dove si trova l'ambasciata tedesca ad Atene.
Anna Daverio