A tre anni di distanza dallo scoppio della pandemia di Covid-19, la Procura di Bergamo ha chiuso l'indagine sull'emergenza sanitaria che nei primi mesi della diffusione del virus ha particolarmente colpito la Bergamasca, con oltre seimila morti in più rispetto alla media dell'anno precedente.
L'indagine ha cercato di individuare le responsabilità nella gestione della pandemia. Da quanto trapelato, sono una ventina gli indagati, tra cui anche l'ex premier Giuseppe Conte, l'ex ministro della salute Roberto Speranza, il governatore lombardo Attilio Fontana e l'ex assessore al Welfare, Giulio Gallera.
Gli avvisi di conclusione dell'indagine sono in via di notifica per i reati di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo e rifiuto di atti di ufficio. Le posizioni dell'ex premier Conte e di Speranza saranno trasmesse al Tribunale dei ministri, che dovrà valutare gli atti a loro carico.
"Anticipo subito la mia massima disponibilità e collaborazione con la magistratura. Sono tranquillo di fronte al Paese e ai cittadini italiani per aver operato con il massimo impegno e con pieno senso di responsabilità durante uno dei momenti più duri vissuti dalla nostra Repubblica" ha affermato in una nota Giuseppe Conte. Anche Speranza si è detto "molto sereno e sicuro di aver sempre agito con disciplina e onore nell'esclusivo interesse del Paese".
Tra i filoni dell'indagine, la mancata "zona rossa" in Val Seriana, dove all'inizio di marzo 2020 il numero dei morti era salito esponenzialmente, più che in altre province. Ed è stata verificata anche l'assenza di un piano pandemico aggiornato per contrastare la diffusione del virus.
Le bare lasciano Bergamo sui mezzi militari
RSI/Localteam 21.03.2020, 21:08