In Italia si è concluso lo sbarco dei migranti dalle due navi (Geo Barents e Humanity 1) delle ONG arrivate a Catania. Dalle due imbarcazioni sono però scese solo poco più di 500 persone, tra minori non accompagnati, persone fragili e nuclei famigliari. A bordo delle due navi restano all'incirca 250 uomini adulti, che non rispondono ai requisti previsti per l'accoglienza dei più fragili dal nuovo Governo italiano di centro-destra della premier Giorgia Meloni.
E lo scontro è su chi non può scendere. Il livello di tensione è altissimo. Il comandante della Humanity 1, Joachim Ebeling, ora si rifuta di lasciare il porto fino a quando non sarà trovata una soluzione. Lo dice con fermezza, spiegando che "ci è stato ordinato di lasciare il porto di Catania: "Ma io non posso, dobbiamo trovare una soluzione qui" perché "sarebbe contro le leggi andare via con i sopravvissuti, come mi ha spiegato il mio legale".
E presto il confronto potrebbe spostarsi nelle aule giudiziarie: "un pool di avvocati - annuncia Aboubakar Soumahoro, deputato della Camera di Verdi e Sinistra italiana - sta seguendo la posizione legale dei 35 profughi rimasti a bordo della nave Humanity 1. Non partiranno, perché sarebbe illegale. Ci stiamo attivando per fare valere la legge e il diritto internazionale".
Intanto le persone rimaste sull'imbarcazione della ONG si affacciano dalla barca e seguono il movimento sul molo di Levante. E quando passa l'esponente di Sinistra italiana, Pierpaolo Montante, che si batte il pugno sul cuore, dalla nave scattano due fragorosi applausi che commuovono il politico rimasto senza voce nello scandire, assieme a decine di attivisti, slogan contro le regole migratorie del Governo Meloni.
Anche dalla Geo Barents i primi a scendere sono minorenni e bambini piccoli: in queste ore sono sbarcati già 56 minori non accompagnati, 3 donne e 41 componenti di nuclei familiari. Saranno portati nel Palaspedini, impianto sportivo del Comune, dove ieri (sabato) erano stati condotti quelli sbarcati da Humanity 1 - ne sono scesi 102 di cui cento non accompagnati - che sono trasferiti in strutture per minorenni.
Resta da capire cosa succederà alle navi delle ONG che, una volta sbarcati donne, bambini, fragili e famiglie, si rifiuteranno di lasciare le acque italiane con a bordo gli altri migranti nonostante le disposizioni del decreto e se, sul mancato rispetto delle nuovo provvedimento, interverrà la magistratura con indagini e sequestri.
Ma la 'linea dura' è confermata dal Governo e il 'braccio di ferro' con le ONG sembra destinato a durare ancora, con due posizioni che appaiono inconciliabili. Altre due navi ONG restano ancora al largo delle coste del Catanese: la tedesca Rise Above, con a bordo 90 persone, e la norvegese Ocean Viking, con 234 migranti, con quest'ultima che è fuori dalle acque territoriali italiane, ma naviga vicino al suo 'confine'. E Alarm Phone lancia l'allerta per una nave con circa 500 persone a bordo, "in fuga dalla Libia", che si trova "in difficoltà nella zona Sar a est dell'arcipelago di Malta".
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