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Il Papa, l’Ucraina e la bandiera bianca. Schiavazzi: la frase non gli è sfuggita

Il vaticanista di Huffington Post sull’intervista RSI al Pontefice e le reazioni che ha provocato: ha detto ciò che tutti pensano, in futuro ci saranno due Ucraine. Una rottura di metodo e un cerchio che si chiude

  • 10 marzo, 18:35
  • 10 marzo, 22:47
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SDS del 10.03.23 - Intervista di Luca Berti

RSI Info 10.03.2024, 18:07

  • RSI
Di: SEIDISERA/RSI Info 

“Faremmo torto al Papa e alla sua lucidità se volessimo attribuirgli una frase che è sfuggita. Non è sfuggito nulla. Bandiera bianca. C’è un significato universale e univoco. Questa affermazione è una bomba”.

Cosi Francesco Schiavazzi sulle parole di Papa Francesco a proposito dell’Ucraina nell’ intervista rilasciata alla RSI che ha fatto parlare tutto il mondo.

“Nulla è più come prima. Perché un leader mondiale ha detto che probabilmente ci dovranno essere (ma è quello che tutti pensano) nel futuro due Ucraine: una con una parte di territorio che si sente russo e l’altra invece saldamente ancorata all’Occidente”.

Seidisera: Risulta magari una rottura con quello che è la tradizione diplomatica vaticana...

“Due rotture si sono consumate. La prima è geopolitica, con l’Europa quotidiana, e per rinsaldare una relazione fratturata tra Roma e l’Europa probabilmente occorrerà aspettare un altro pontificato. C’è poi una rottura di metodo. Viene fatta attraverso dichiarazioni in aereo, non passando attraverso i tradizionali canali diplomatici della Segreteria di Stato, delle nunziature. Viene fatta mediaticamente, attraverso dichiarazioni. Voi RSI siete stati strumento di questa diplomazia”.

Seidisera: però la sala stampa vaticana si è affrettata a dire che con “bandiera bianca” non si intende la resa...

“Nel mondo intero, nel linguaggio dell’uomo della strada come in quello delle accademie (lo dico da docente universitario) per bandiera bianca si intende un passo indietro. Vogliamo usare al posto della parola resa - che ci può sembrare troppo forte, troppo provocatoria - quella di passo indietro? Ma comunque è un passo indietro”.

“Nell’arco di cent’anni giungono all’estremo le conseguenze di quella inutile strage di poco più di 100 anni fa”, dice Schiavazzi e il riferimento è alla celebre definizione della Prima guerra mondiale impiegata da papa Benedetto XV in una Lettera del 1° agosto 1917 ai belligeranti.

“Il Papa ha detto che nessuna causa nobile, per quanto nobile sia, giustifica i 20’000 morti del D-Day, il 6 giugno 1944 sulle spiagge di Normandia. Perché sono 20’000 conchiglie vuote di vita lì sulla spiaggia. Allo stesso modo, nessuna nobile causa patriottica giustifica i giovani morti oggi lungo il Dniepr o a Bach o nelle fosse comuni. La guerra è immorale per se stessa. Questa è una posizione estrema ed è il punto di arrivo di un’evoluzione del pensiero della Chiesa che data di cento anni anni, il punto d’arrivo del suo magistero. È logico che niente sarà più come prima.”

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