Un semplice "Buonasera!" rivolto alla folla aveva conquistato subito il cuore dei fedeli alle 20.24 di quella sera di quel 13 marzo 2013 in cui Jorge Mario Bergoglio - morto lunedì mattina alle 7.35 all'età di 88 anni - si era presentato al mondo da Papa sulla loggia centrale della basilica di San Pietro. "Voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo, ma siamo qui", disse. Quella stessa folla, 20 minuti prima, era quasi ammutolita nel sentire il suo nome, tale era la sorpresa.
"Habemus papam" del 13.03.2013
RSI Info 17.01.2022, 16:28
L'argentino, allora 76enne, non era infatti dato fra i "favoriti" del conclave, i nomi ipotizzati dai vaticanisti erano altri. Duecentosessantaseiesimo Papa, ma primo gesuita e primo latinoamericano ad ascendere al soglio pontificio, scelse di chiamarsi Francesco. Un nome che era già "un programma", si disse subito, suggeritogli - come raccontato in seguito dallo stesso Bergoglio- dalle parole rivoltegli dal cardinale brasiliano Claudio Hummes. Abbracciandolo subito dopo l'elezione, l'arcivescovo di San Paolo (morto nel 2022) gli disse: "Non dimenticarti dei poveri!".
Dieci anni con Francesco: l'intervista al Papa
Informazione 12.03.2023, 20:40
Fin dall'apparizione sul balcone con il semplice abito bianco addosso, dalla prima uscita per pagare il conto nell'albergo in cui aveva soggiornato prima del conclave e dalla scelta di abitare a Santa Marta invece che nell'appartamento del Palazzo apostolico, con la semplicità dei suoi gesti Bergoglio "ha cambiato il volto della Chiesa".
Non nell'auto papale, ma in bus con i cardinali il giorno dopo l'elezione
L'ha trasformata "in una comunità vicina agli uomini del nostro tempo", aveva detto qualche anno fa il vaticanista Marco Politi. Vicino ai migranti che ha incontrato in diversi viaggi in Italia e all'estero, ha accolto in udienza i senzatetto, ha cercato "la periferia", gli emarginati, con l'umiltà suggerita dal nome che (primo fra i Papi) si era scelto.
Viaggi, incontri e gesti del pontificato di Jorge Mario Bergoglio
Il pontificato
Fra gli eventi più significativi del suo pontificato, va ricordato il Giubileo straordinario della Misericordia, il trentesimo della Chiesa cattolica ma il primo tematico, tenutosi fra il dicembre del 2015 e il novembre del 2016. Come solo Giovanni Paolo II e Pio XI prima di lui, Francesco aveva poi potuto inaugurarne un secondo, quello del 2025, aprendo la Porta Santa la sera della vigilia di Natale del 2024.
Il Giubileo spiegato da Bruno Boccaletti ad Alessandra Spataro
RSI Info 07.12.2015, 16:24
Il primo incontro fra due Papi
Quello del 23 marzo 2013 a Castel Gandolfo fra Bergoglio e il suo predecessore Joseph Ratzinger rimane inoltre storicamente il primo incontro fra due Papi. Ce ne sono stati altri in seguito, dal concistoro per la creazione di nuovi cardinali il 22 febbraio 2014 - la prima volta insieme a San Pietro - fino all'apertura del giubileo del 2015. Ma ancor di più privati, pure in seguito: "Lo vado a trovare spesso", aveva raccontato Francesco parlando del predecessore, deceduto alla fine del 2022.
L'abbraccio fra due Papi il 23 marzo 2013
Aperture e chiusure
Cosa lascia Papa Francesco? Sul piano "sociale", ha aperto nella sua esortazione "Amoris laetitia" del 2016 ai divorziati risposati che "non sono scomunicati né (...) condannati per sempre (...) nemmeno per quanto riguarda la disciplina sacramentale". Un passo in linea con i risultati di un sondaggio, che (una delle novità da lui portate) il Papa aveva promosso in precedenza fra i fedeli nel mondo, ma che ha suscitato la reazione dei cardinali più tradizionalisti.
Ha esortato a non discriminare gli omosessuali, una reale volontà di inclusione nonostante non abbia cambiato la dottrina cattolica che resta repressiva e nonostante le polemiche per l’infelice affermazione del maggio 2024 (“C’è troppa frociaggine nei seminari”). Bergoglio ha poi dato segnali di apertura alle unioni civili, ma ha pure confermato la posizione della Chiesa secondo la quale il matrimonio è solo quello fra uomo e donna.
Nessuna apertura invece al sacerdozio per le donne, nemmeno per far fronte al calo delle vocazioni, mentre Bergoglio in un libro-intervista del 2023 si era detto più possibilista sul celibato dei preti, non un dogma ma una disposizione che un pontefice potrebbe abolire. Aveva però anche detto che, se mai, sarebbe toccato al suo successore farlo.
Durissima era stata la sua critica nei confronti dell'aborto: come "affittare un sicario per risolvere un problema", ha ribadito a più riprese, sebbene con il Giubileo del 2015 avesse permesso a tutti i preti (e non solo ai vescovi) di assolvere quel peccato.
Francesco ha disposto la modifica del catechismo, stabilendo che la pena di morte è sempre inammissibile, e si è trovato confrontato come il suo predecessore Benedetto XVI con la necessità di sradicare la pedofilia nel clero. "È il momento della vergogna", commentò all'uscita del rapporto sui fatti avvenuti in Francia, nel 2021. Una lotta, la sua, non senza qualche inciampo: durante il suo viaggio in Cile del 2018, per esempio, difese il vescovo Juan Barros accusato di aver occultato le malefatte di padre Fernardo Karadima. Si ricredette e ammise l'errore di valutazione dopo il rapporto di inchiesta affidato a monsignor Charles Scicluna, in seguito al quale procedette a un vero e proprio repulisti nella Chiesa cilena.
Prima del conclave: due giorni dopo questa immagine sarebbe diventato Papa
Bergoglio ha pure lavorato alla riforma, avviata già da Papa Ratzinger nel 2010, dell'Istituto per le opere di religione. La "Banca vaticana", come viene spesso chiamato lo IOR, è stata indirizzata verso la trasparenza e il rispetto degli standard internazionali.
Anche durante il suo pontificato in Vaticano sono però scoppiati o emersi degli scandali, anche finanziari. Basti citare le spese per la ristrutturazione dell'attico del cardinale Bertone, il secondo Vatileaks del novembre del 2015, con l'arresto di due "corvi" che fecero trapelare informazioni riservate finite in due libri sulle difficoltà da lui incontrate per cambiare la Chiesa, e infine lo storico processo contro l'ex cardinale Becciu. Questi è stato il primo porporato nella storia ad essere processato in Vaticano da giudici laici, insieme ad altri imputati, per la gestione dei fondi della Segreteria di Stato vaticana. Un'inchiesta partita dall'acquisto di un immobile londinese e poi estesasi. Becciu a fine 2023 era stato condannato a 5 anni e 6 mesi di carcere.
Un Urbi et Orbi solitario per la pandemia, nel Venerdì Santo del 2020
La polemica sul “coraggio della bandiera bianca”
Oltre a quella in esclusiva concessa in occasione del decimo anniversario di pontificato, una seconda intervista di Francesco alla RSI aveva fatto notizia, quella a Cliché del marzo 2024. Interpellato sulla guerra in Ucraina, Francesco aveva evocato “il coraggio della bandiera bianca” e nonostante la precisazione, che non di resa doveva trattarsi, ma del “coraggio di negoziare prima che le cose vadano peggio”, le reazioni di Kiev (e non solo) erano state roventi.
Un estratto dell’intervista a Papa Francesco (1)
RSI Info 09.03.2024, 17:20
Bianco
Cliché 20.03.2024, 21:55
Encicliche, canonizzazioni e viaggi
Autore di quattro encicliche, “Lumen Fidei” del 2013, “Laudato si’” del 2015, “Fratelli tutti” del 2020 e “Dilexit nos” dell’ottobre 2024, Francesco ha presieduto alcune canonizzazioni significative. Fra queste quelle di tre Papi: Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II nel 2014 in una messa concelebrata con Benedetto XVI, e Paolo VI, fatto santo il 14 ottobre 2018 insieme a monsignor Oscar Romero, il vescovo salvadoregno assassinato dagli squadroni della morte nel 1980. Un esempio fulgido di quella Chiesa “povera fra i poveri” tanto cara a Francesco, ma la cui causa era rimasta bloccata per anni per resistenze anche in seno alla curia, tanto che Bergoglio senza giri di parole lo descrisse come martire due volte, “lapidato anche dai fratelli nel sacerdozio e nell’episcopato con la pietra più dura che esiste: la lingua”. Non va dimenticata nemmeno la canonizzazione di madre Teresa di Calcutta, nel 2016.
Il Papa in Svizzera
Telegiornale 28.02.2018, 20:00
Dal primo in Brasile nell’anno dell’elezione, Bergoglio ha compiuto decine di viaggi all’estero che lo hanno portato a toccare più di 60 Paesi, uno dei quali in Svizzera nel 2018. Nel marzo del 2021 è stato il primo pontefice della storia a recarsi in Iraq.
Nel viaggio in Canada aveva chiesto perdono ai nativi per "l'errore devastante" degli istituti cattolici in cui molti di loro vennero cresciuti per oltre un secolo dal 1880 in poi, strappati alle loro famiglie e alla loro cultura, nel quadro di una politica di assimilazione forzata. Nel 2024 a Borgo Egnazia è stato anche il primo pontefice a parlare un incontro dei G7.
I problemi di salute: "Ho già firmato le dimissioni"
Nel dicembre del 2022, ricordando la scelta del suo predecessore Joseph Ratzinger, aveva rivelato in un'intervista di avere già firmato le proprie dimissioni e questo sin dai primi mesi del proprio pontificato, dimissioni che sarebbero diventate effettive in caso di una malattia che ne avesse paralizzato le capacità decisionali.
In sedia a rotelle per i problemi a un ginocchio
Già da qualche tempo era affetto di problemi di deambulazione, che lo costringevano all’uso del bastone quando non addirittura alla sedia a rotelle. Non certo una menomazione che gli impedisse di svolgere il suo compito, tanto che aveva ricordato come “si governa con la testa e non con il ginocchio”. Dal ricovero alla fine di marzo del 2023, tuttavia, i problemi respiratori si erano succeduti piuttosto frequentemente, con i ripetuti riacutizzarsi di una bronchite. Il 9 febbraio 2024 aveva colpito il suo affanno che lo aveva costretto a interrompere l’omelia della messa per il Giubileo delle forze armate. “Adesso mi scuso un po’, e chiedo al maestro (della celebrazione, l’arcivescovo Diego Ravelli, ndr) di continuare la lettura, per difficoltà nel respiro”, aveva detto. Pochi giorni dopo, il nuovo ricovero per una polmonite bilaterale, segnato da alcune crisi respiratorie. Solo dopo un mese al Gemelli, i medici avevano sciolto la prognosi. Durante e dopo il ricovero durato cinque settimane, aveva dato prova di un’inedita trasparenza sulle sue condizioni di salute. In un’intervista, uno dei medici che lo avevano in cura aveva affermato che in occasione di una crisi Francesco aveva “rischiato di morire”. Dimesso alla fine di marzo, aveva fatto una prima apparizione pubblica fra i fedeli nel giorno del Giubileo degli ammalati e del personale sanitario il 6 aprile. L’ultima, invece, la domenica di Pasqua, proprio alla vigilia del decesso.
La biografia prima dell'elezione
Jorge Mario Bergoglio era nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936, primogenito di cinque figli di una famiglia di origine piemontese. Il padre era emigrato 8 anni prima. Dai 21 anni, per un intervento causato da una malattia, aveva vissuto senza parte del polmone destro. Aveva studiato come perito chimico, prima di entrare in seminario e, nel 1958, come novizio nella Compagnia di Gesù, trascorrendo un periodo in Cile e tornando in Argentina per laurearsi in filosofia. Dal 1964 aveva insegnato per tre anni letteratura e psicologia nei collegi di Santa Fe e Buenos Aires, ricevendo poi l'ordinazione sacerdotale il 13 dicembre 1969.
Tifoso del San Lorenzo: quando era ancora arcivescovo, nel 2011
Fu accusato di aver avuto rapporti con la dittatura (1976-1983) e di responsabilità nel rapimento all'epoca di due gesuiti, accuse che però non hanno mai trovato riscontri. Anzi, uno dei due rapiti, il Nobel per la pace Perez Ezquivel, e il presidente della Corte suprema argentina lo scagionarono completamente.
Con i mezzi pubblici a Buenos Aires nel 2008
Il 20 maggio 1992 venne nominato vescovo ausiliare di Buenos Aires e titolare di Auca. Il 3 giugno 1997 arcivescovo coadiutore di Buenos Aires, per poi succedere il 28 febbraio 1998 al cardinale Antonio Quarracino. Diventò così primate d'Argentina.
Sorseggiando un "mate", 20 giorni prima dell'elezione, a Buenos Aires
Dopo la nomina cardinalizia da parte di Papa Giovanni Paolo II, il 21 febbraio 2001, era stato eletto a capo della Conferenza Episcopale Argentina dal 2005 al 2011. Stando a quanto si sussurra, perché dell'andamento del conclave nulla si sa di certo, era già stato il grande avversario di Joseph Ratzinger nel 2005 e a un certo punto fu lui a chiedere di non essere votato, perché non ancora pronto. Otto anni dopo, non si tirò indietro.
Dieci anni con Francesco
Cultura 13.03.2023, 14:40

Preoccupazione per la salute di Papa Francesco
Telegiornale 19.02.2025, 12:30

Il Papa benedice la folla
Telegiornale 20.04.2025, 20:00