Non si placa la bufera che nelle scorse settimane ha investito i massimi vertici dell’amministrazione statunitense, finiti sotto accusa per aver condiviso informazioni militari riservate attraverso il servizio di messaggistica Signal, al di fuori dei canali ufficiali.
Ora nel mirino c’è il Segretario alla Difesa Pete Hegseth (già coinvolto nella precedente vicenda), che avrebbe trasmesso dettagli sull’attacco contro gli Houthi anche in una seconda chat. Quest’ultima, sempre su Signal, includeva la moglie, il fratello e il suo avvocato personale. Lo hanno riferito il New York Times, la CNN e Reuters, citando fonti informate sulla vicenda.
Il caso
Il mese scorso, Jeffrey Goldberg, giornalista e direttore della rivista The Atlantic, aveva reso noto di essere stato aggiunto ad una chat su Signal nella quale, il 15 marzo, erano state condivise informazioni riservate circa un imminente attacco militare statunitense contro gli Houthi in Yemen. Il raid è stato lanciato poche ore dopo la condivisione, ha affermato Goldberg che, pochi giorni dopo, ha poi pubblicato l’intero contenuto della chat.
Nel gruppo erano presenti, tra gli altri, il vicepresidente J.D. Vance, il segretario di Stato Marco Rubio, il direttore della CIA John Ratcliffe e il consigliere nazionale per la sicurezza Michael Waltz.
Secondo il New York Times, Hegseth quello stesso giorno avrebbe condiviso gli stessi messaggi anche in un’altra chat su Signal, insieme alla moglie, al fratello, al suo avvocato e a una decina di persone della sua cerchia personale e professionale.
Il quotidiano, citando quattro fonti a conoscenza dei fatti, riferisce che il Segretario alla Difesa avrebbe diffuso in quella conversazione gli orari precisi dei voli militari diretti a colpire obiettivi Houthi in Yemen — gli stessi dettagli operativi già condivisi, poche ore prima, con il primo gruppo.
Notiziario 09.00 del 21.04.2025