Mike Waltz, il consigliere per la sicurezza nazionale americana al centro dello scandalo per la chat pubblica dove si sono discussi dati sensibili degli attacchi statunitensi in Yemen, si è assunto ogni colpa per il caos scoppiato dopo che un giornalista, il caporedattore di The Atlantic Jeffrey Goldberg, è stato inserito per errore in un gruppo sull’app di messaggistica Signal da lui creato. Nella chat si sono discussi in dettaglio piani e attività militari e d’intelligence estremamente importanti come appunto l’attacco compiuto dagli USA contro gli Houthi il 15 marzo scorso. Nella conversazione online erano coinvolte personalità di spicco dell’amministrazione Trump tra cui il vicepresidente J.D. Vance, il capo del Pentagono Pete Hegseth e il segretario di Stato Marco Rubio.
“Mi assumo la piena responsabilità. Ho creato io quel gruppo”, ha reagito Mike Waltz su Fox News nella sua prima intervista dopo la rivelazione della vicenda, evocando l’eventualità di aver aver salvato il numero del giornalista sul suo telefono pensando che fosse quello di qualcun altro. “Abbiamo i migliori tecnici che stanno cercando di capire come sia potuto accadere”, ha riferito Mike Waltz prima di sottolineare, riferendosi a Goldberg: ‘Non conosco questa persona, ma ne conosco la fama ed è orribile. Io non gli ho mai scritto”.
Anche la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha criticato Jeffrey Goldberg, dichiarando che è “ben noto per le sue inclinazioni sensazionalistiche”. Va ricordato che “The Atlantic” è una pubblicazione spesso molto critica nei confronti di Donald Trump.
Trump difende i suoi e attacca duramente il giornalista
Donald Trump ha invece reagito alla vicenda della chat online, nella quale non mancavano critiche pesanti contro gli europei e un evidente sostegno alla difesa di altri partner come l’Arabia Saudita, “contrattaccando” aggressivamente l’incolpevole Jeff Goldberg. Da un lato ha segnalato che quanto accaduto altro non era se non un semplice “intoppo” e dall’altro che la persona coinvolta era un reporter “contorto”, confermando così la linea già posta in atto ieri, martedì, da Hegseth, che ha espresso giudizi molto duri contro il giornalista.
Trump, insediatosi a gennaio per il suo secondo mandato, ha dichiarato in una telefonata con la NBC che si è trattato “dell’unico inconveniente in due mesi, e in definitiva non si tratta di un fatto grave”. Si è poi scagliato nuovamente contro Goldberg e ha assicurato che “a nessuno importa niente” di ciò che pubblica The Atlantic, sminuendo il valore della testata.
L’inquilino della Casa Bianca ha invece preso le difese di Mike Waltz, l’uomo all’origine della falla essendo colui che ha inserito Goldberg nella chat su Signal. “Sta facendo del suo meglio” ed “è un uomo molto buono”, ha detto il presidente del suo consigliere per la sicurezza nazionale, rimarcando che a suo avviso Waltz non aveva nulla di cui scusarsi.
Il 78enne esponente repubblicano ha solo ammesso che il consigliere “probabilmente” si asterrà “nell’immediato futuro” dall’usare nuovamente il sistema di messaggistica privata Signal, al centro di questa vicenda.
Come Trump, il suo “cerchio magico” sminuisce la gravità dei fatti
“Non sono state condivise informazioni classificate”, ha dichiarato la direttrice dell’Intelligence Tulsi Gabbard, tempestata di domande dai parlamentari democratici nel corso di un’audizione al Senato programmata da tempo. Tuttavia, si è rifiutata di confermare di essere stata effettivamente una dei partecipanti di altissimo livello al gruppo di discussione su Signal a cui si è aggiunto Jeffrey Goldberg.
Il capo della CIA John Ratcliffe, ascoltato contemporaneamente alla Gabbard, ha ammesso di aver partecipato a questo ciclo di messaggi dedicato ai preparativi per gli attacchi aerei contro i ribelli Houthi, che sono stati effettuati il 15 marzo. Da parte sua, ha difeso quello che ha definito l’uso “autorizzato e legale” di questa applicazione per questi scambi tra i vertici dell’amministrazione Trump.
I democratici attaccano: “Tutti negligenti, imprudenti, incompetenti”
L’opposizione democratica, che finora ha faticato a trovare un punto solido per andare all’attacco di Donald Trump, sta ovviamente martellando il governo. Il senatore democratico Mark Warner, ad esempio, ha condannato “l’atteggiamento incauto, sconsiderato e incompetente” dei luogotenenti del presidente repubblicano.
È d’altronde vero che nel caso di Pete Hegseth, ex presentatore di Fox News e il più feroce nel criticare Goldberg, la nomina a capo del Pentagono è stata approvata per un soffio dal Senato e con i democratici assolutamente contrari, a causa della sua mancanza di esperienza e di una storia personale segnata da un’accusa di violenza sessuale e da varie testimonianze, le sue in primis sui social, sul suo consumo di alcol.
Il patron di Signal ringrazia la “pubblicità” offerta alla sua app di messaggistica
Moxie Marlinspike, il fondatore di Signal - servizio di messaggistica apprezzato dai giornalisti per la riservatezza che promette - ha subito elogiato e promosso il suo prodotto su X.
“Ci sono molte buone ragioni per essere su Signal. Uno di questi è la possibilità per il vicepresidente degli Stati Uniti di includere chiunque, a caso, in una discussione di gruppo sul coordinamento di operazioni militari sensibili”, ha scherzato Marlinspike.

USA: imbarazzo per la fuga di notizie
Telegiornale 25.03.2025, 20:00