Scienza e Tecnologia

Tracce di vita sul pianeta K2-18b? “Servono più dati”

Valentina Vaulato, astrofisica del Dipartimento di Astronomia presso l’Università di Ginevra: “La vita non è necessariamente l’unica spiegazione dietro a questi rilevamenti preliminari”

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"Al di fuori dal nostro sistema solare c'è vita"

SEIDISERA 17.04.2025, 18:00

  • Keystone
Di: SEIDISERA/M. Ang. 

“Come ricercatrice mi sento di mantenere anch’io un approccio conservativo. Definirei il rilevamento di queste due molecole, ovvero il dimetil solfuro e il dimetil disolfuro, preliminare. Sicuramente la comunità scientifica ha bisogno di ulteriori osservazioni, ulteriori dati per affermare con più certezza il rilevamento di queste specie chimiche su questo pianeta K2-18b. Inoltre, seppur sia vero che sulla Terra queste due molecole siano associate a processi biochimici, legati ad organismi viventi, questo non implica necessariamente che anche su questo pianeta extrasolare ci siano organismi viventi alla base di questi rilevamenti”. Così Valentina Vaulato, astrofisica del Dipartimento di Astronomia presso l’Università di Ginevra, commenta ai microfoni di SEIDISERA della RSI la notizia di quella che, allo stato attuale, non è ancora una prova definitiva dell’esistenza di vita su un altro pianeta. Notizia che fa seguito alla scoperta di K2-18b, pianeta con un oceano di acqua liquida sotto un’atmosfera ricca di idrogeno, del tipo prodotto dalle alghe, in orbita attorno a una nana rossa. Ha una massa di 8,6 volte quella della Terra e si trova a circa 124 anni luce dal nostro pianeta. 

Ma quanto ci vorrà per avere la prova definitiva che siamo di fronte a forme di vita su un pianeta extraterrestre? Valentina Vaulato ritiene che dipende da come viene definita la “prova definitiva” e da come viene definita “una forma di vita”. Se è una forma di vita intesa come qualche organismo cellulare, oppure se è una forma di vita intelligente (quindi come siamo noi esseri umani). “In questi termini non mi sento di dare una risposta certa - spiega l’astrofisica -. Sicuramente abbiamo tecnologie in evoluzione e sicuramente la nostra ricerca, che viene fatta in campo astrofisico in generale, è molto avanzata. Però secondo me siamo ancora abbastanza lontani dal parlare di vita per come la conosciamo noi su un pianeta al di fuori del nostro sistema solare”.

Valentina Vaulato, spiega poi che le due specie chimiche, queste due molecole (il dimetil solfuro ed il dimetil disolfuro), sono due gas che, sul pianeta Terra, sono associate, appunto, a processi biochimici. “Però va detto che innanzitutto questi rilevamenti su questo pianeta extrasolare sono ancor oggi preliminari. Quindi non c’è nessuna certezza che queste molecole siano effettivamente presenti, perché abbiamo bisogno di più dati, di più informazioni da questo pianeta. Quindi mi sento di tenere un approccio conservativo. La vita non è necessariamente l’unica spiegazione dietro a questi rilevamenti preliminari. Ci potrebbe essere una diversa spiegazione e non per forza associata a forme di vita. La chimica è un mondo molto complesso, i processi chimici sono molto complessi e un mondo molto vasto. Quindi non c’è necessariamente un’univoca spiegazione a tutto quello che noi, come scienziati, osserviamo”.

K2-18b, spiega ancora l’astrofisica, è un pianeta molto distante da noi, anche se rimane all’interno della nostra galassia, quindi della Via Lattea. “Per quanto riguarda le caratteristiche di questo pianeta, posso parlare in termini di massa e di raggio. La massa di questo pianeta è 9 volte la massa della nostra Terra e il suo raggio è 2 volte il raggio della nostra Terra. Quindi un pianeta sicuramente più grande in termini di dimensioni e anche in termini di massa e maggiore rispetto alla Terra. Viene classificato come un sub nettuniano, quindi un po’ più piccolo di Nettuno, un po’ più grande della Terra. Quindi una via di mezzo. È un pianeta che ha un’atmosfera ma è tendenzialmente molto diverso dal pianeta Terra”.

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