In Ticino è possibile curare i disturbi alimentari con una terapia psichedelica. Questo approccio rivoluzionario è proposto dal Centro disturbi del comportamento alimentare dell’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale (OSC) a Mendrisio. E finora sono cinque i pazienti che hanno integrato questa innovazione nel proprio percorso di psicoterapia con sostanze come la psilocibina e l’LSD.
Ma facciamo un passo indietro. Queste sostanze sono illegali, ma in Svizzera già dal 2014 è consentito un uso medico limitato di queste sostanze – psilocibina, LSD e MDMA - con licenze speciali rilasciate dall’Ufficio federale della sanità pubblica. E dal 2020 l’Ospedale universitario di Ginevra offre la terapia psichedelica assistita. È stata la prima istituzione pubblica svizzera a fare questo passo. Poi seguita da Zurigo e recentemente pure da Mendrisio.
Queste sostanze sono utilizzate principalmente per amplificare gli effetti della psicoterapia e trattare condizioni come la depressione, l’ansia, il disturbo da stress post traumatico e - appunto - i disturbi alimentari, come per esempio l’obesità. Lo spiega nell’intervista rilasciata ai microfoni di Alphaville sulla Rete 2 della RSI la psichiatra Claudia Ariemma, che da 10 anni lavora proprio per il Centro disturbi del comportamento alimentare dell’OSC.

Claudia Ariemma
Quando avete iniziato ad usare questa terapia?
“La proposta è arrivata circa un anno e mezzo fa dal nostro direttore, il dottor Benedetto Zefiro Mellacqua. Lui la conosceva da parecchio tempo. Io avevo qualche nozione, ma non era nelle mie priorità”.
Con quale effetto?
“Lo stupore con cui ho reagito io quando il direttore mi ha proposto sia delle formazioni per la nostra équipe sia poi l’uso in terapia di questo approccio… è lo stesso stupore che hanno i pazienti nel momento in cui propongo loro questa scelta”.

Benedetto Zefiro Mellacqua
Nello specifico, in quali contesti viene usata questa terapia?
”Io mi occupo, con il mio team, di disturbi del comportamento alimentare. Quindi fondamentalmente di anoressia nervosa, bulimia nervosa ed iperalimentazione ad origine psicogena. Il nostro pubblico è questo. Ed è a questi pazienti che viene fatta questa proposta terapeutica, ma solo nell’ambito di un percorso di psicoterapia già avviato”.
Come si preparano i pazienti a questa esperienza?
“Come ho detto sono pazienti che già seguono un percorso di psicoterapia. Persone che a volte seguiamo da tempo. La cura di un disturbo del comportamento alimentare richiede molti anni e tanti passaggi di diverso tipo. Quindi sono pazienti che si fidano di noi. E questo, di fronte a una proposta così scabrosa, se vogliamo usare un termine un po’ forte, è un presupposto fondamentale per ambiente che non ha ancora una cultura in materia”.
Quali resistenze avete incontrato finora?
“Noi siamo relativamente freschi rispetto a queste esperienze. Le prime somministrazioni le abbiamo fatte a dicembre. E sia i pazienti che i familiari, che comunque vengono coinvolti, manifestano stupore, ma anche molta curiosità. Superata la fase iniziale, quella durante la quale il paziente si chiede come mai gli venga proposta una terapia di questo tipo, devo dire che le reazioni che ho visto sono sempre di grande interesse. Soprattutto nei casi che presentano una relazione terapeutica di fiducia nel processo generale. Se il terapeuta di cui io mi fido mi sta proponendo una strada alternativa… evidentemente è perché ci crede. Sono comunque tutte persone che poi si documentano anche autonomanente. Vogliono approfondire la conoscenza di queste sostanze, per poi intraprendere il percorso serenamente”.
Come hanno vissuto questa cura i suoi pazienti?
“Si tratta di un percorso terapeutico estremamente interessante. Viene anzitutto fatta una preparazione: il paziente cerca di individuare un’intenzione da portare alla seduta psichedelica. Quindi: che cosa voglio comprendere? Che cosa voglio risolvere di me a livello psicologico? E più somministrazioni faccio, più rimango esterrefatta: perché quello che avviene durante la somministrazione è che il viaggio psichedelico fa emergere immagini e vissuti che vanno a chiudere il cerchio dell’intenzione che il paziente aveva portato. Il paziente riesce insomma ad avere delle intuizioni che rispondono all’intenzione che aveva portato. E questo è estremamente interessante perché la psicoterapia tradizionale non dà risultati così immediati. Una seduta di questo tipo permette di vedere un processo che si attiva già in una giornata. Nell’integrazione si vanno poi a portare nel percorso terapeutico, che era precedente, e magari appunto durava da anni, questo tipo di intuizioni. E vanno a rafforzare la consapevolezza del paziente rispetto a sé stesso. Dunque abbiamo assistito a dei cambiamenti che sono avvenuti in tempi molto rapidi”.
Quali potranno essere i potenziali sviluppi di questo trattamento?
“Se penso all’obiettivo che noi abbiamo quando proponiamo questa terapia, che è quello di aiutare i pazienti con patologia cronica che non hanno risposto ad altri approcci terapeutici, mi vien da dire che saranno quelli di evitare la cronicizzazione di alcuni stati patologici, di abbreviare i tempi di cura e di aumentare la consapevolezza che il paziente può avere di sé. Questo obiettivo ovviamente si persegue anche con la psicoterapia, ma con tempi che diventano lunghissimi. E - anche se non è il mio ruolo - mi viene da aggiungere che questo trattamento a lungo termine potrebbe anche abbattere i costi delle cure: perché se i tempi si abbreviano evidentemente i percorsi terapeutici sono più brevi”.
Psichiatria e psichedelia
Alphaville 16.04.2025, 12:35
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Le sostanze psicoattive nella storia
“Queste sostanze - spiega a Rete 2 Federico Seragnoli, psicoterapeuta in formazione presso l’Unità delle dipendenze dell’Ospedale Universitario di di Ginevra - sono in uso in pratiche rituali per aiutare le persone rispetto a problemi mentali e fisici da diverse centinaia di anni. E c’è chi ha addirittura ha ipotizzato che l’essere umano si sia evoluto in parte grazie all’utilizzo di queste sostanze. In effetti, anche certi animali utilizzano delle sostanze per avere degli effetti psicoattivi. In generale, la storia delle sostanze psicoattive e quella dell’umanità sono legate. E questo vale in diversi contesti culturali ed in differenti momenti storici. Gli psichedelici però sono sempre stati utilizzati in contesti molto controllati. Quindi sia che fosse un rituale, nella tradizione dello sciamanesimo o nella modernità, sono sempre utilizzati in un contesto controllato: le persone che fanno questa esperienza hanno una preparazione”.