La scheda

Che cos’è Signal, l’app di messaggistica più sicura che potete usare

È finita al centro del dibattito pubblico con lo scandalo delle chat dei fedelissimi di Trump - In realtà offre livelli di sicurezza superiori, ma non è autorizzata dai governi per scambiare informazioni confidenziali

  • 26 marzo, 17:49
  • 26 marzo, 18:01
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L'icona dell'appa di messaggistica Signal

  • Keystone
Di: Philip Di Salvo* 

L’app Signal è finita al centro delle cronache in questi giorni a causa della fuga di notizie che ha coinvolto alcuni tra i più alti ufficiali della politica statunitense. Questi ultimi l’hanno utilizzata per scambiarsi informazioni segrete su un attacco militare in una chat di gruppo in cui, per errore, era stato aggiunto anche un giornalista. Il caso ha sollevato interrogativi sulla sicurezza di Signal e sul suo utilizzo. Ma che cos’è Signal e quanto è sicura?

Lanciata nel 2012, Signal è un’app di messaggistica gratuita, accessibile a chiunque e compatibile con tutti i principali sistemi operativi per dispositivi mobili e desktop. I dati più recenti disponibili indicano un numero di utenti compreso tra 40 e 70 milioni in tutto il mondo. In termini di funzionalità e usabilità, Signal non è molto diversa da altre app più popolari, come WhatsApp, ma offre livelli superiori di sicurezza e riservatezza.

La sicurezza e la privacy al centro

Nel caso di cronaca statunitense di questi giorni, i timori relativi alla sicurezza derivano principalmente dall’alto profilo delle persone coinvolte, dal fatto che Signal non è autorizzata dal governo USA per lo scambio di informazioni confidenziali o segrete e dalla probabilità che gli esponenti politici stessero utilizzando dispositivi personali connessi a reti pubbliche. Signal, in qualsiasi altro contesto e in particolare per gli utenti comuni, è invece l’app di messaggistica più sicura sul mercato. E per diverse ragioni.

02:54

USA: imbarazzo per la fuga di notizie

Telegiornale 25.03.2025, 20:00

Innanzitutto, Signal è basata su protocolli di crittografia end-to-end tra i più avanzati disponibili, che rendono le comunicazioni scambiate tramite l’app confidenziali e accessibili solo ai mittenti e ai destinatari designati. Messaggi, chiamate e contenuti condivisi non sono accessibili nemmeno ai server di Signal, che non conservano queste informazioni. I dati rimangono disponibili esclusivamente sui dispositivi coinvolti nella comunicazione. Queste impostazioni di sicurezza sono attive di default e l’app non ne prevede altre meno sicure. In aggiunta, è possibile attivare la cancellazione automatica dei messaggi. Telegram, ad esempio, non offre tutte queste impostazioni in modo predefinito: per ottenere un livello di sicurezza simile a quello di Signal, è necessario attivarle manualmente.

Signal può essere utilizzata tramite il proprio numero di telefono, che rimane invisibile a chi non lo ha già nei propri contatti, oppure attraverso uno pseudonimo. Tuttavia, come per qualsiasi altro strumento di comunicazione, queste misure di sicurezza vengono meno in caso di compromissione del dispositivo su cui è installata l’app, ad esempio attraverso un attacco hacker di alto profilo o l’uso di strumenti di sorveglianza particolarmente avanzati, come gli spyware.

Un’app più trasparente e no-profit

Il codice sorgente di Signal è interamente open source, il che ne garantisce la trasparenza, permettendo a chiunque di verificare il funzionamento dell’app e il livello di sicurezza offerto. Inoltre, Signal è gestita dalla Signal Foundation, un’organizzazione senza scopo di lucro che opera senza fini commerciali. Questo garantisce un alto grado di indipendenza e assicura che l’app non sia soggetta a pratiche di tracciamento dei dati, a differenza della maggior parte delle alternative presenti sul mercato.

La Signal Foundation è anche responsabile del Signal Protocol, il protocollo di crittografia su cui si basa l’app e che viene utilizzato anche da altre piattaforme, tra cui WhatsApp, Facebook Messenger e Google Messages. Tuttavia, queste ultime implementano il protocollo in contesti meno orientati alla privacy rispetto a Signal.

Un’app amata dai giornalisti, ma adatta a tutti

Grazie al suo elevato livello di riservatezza, Signal è diventata l’app preferita da chi ha bisogno di una sicurezza superiore alla media. Non sorprende che i giornalisti la utilizzino per comunicare in modo sicuro con le proprie fonti o per ottenere informazioni riservate di interesse pubblico da insider e whistleblower. Tuttavia, Signal è un’app semplicissima da usare, adatta anche agli utenti comuni che desiderano semplicemente proteggere le proprie comunicazioni o utilizzare un’app alternative a quelle offerte dalle aziende Big Tech.

*Philip Di Salvo è senior researcher e docente presso l’Università di San Gallo. I suoi temi di ricerca principali sono i rapporti tra informazione e hacking, la sorveglianza di Internet e l’intelligenza artificiale. Come giornalista scrive per varie testate.

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